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Che cosa si è detto al Fintech District

Pier Carlo Padoan, Fintech

Prima dell’estate avevamo condiviso la notizia dell’apertura di un tavolo di confronto, presso il MEF, sul tema fintech ebbene la recente inaugurazione del “Fintech District” del 26 settembre rappresenta il passo successivo che il MEF ha compiuto insieme al Comune di Milano, le Autorità nonché i principali operatori.

Infatti, “S32” non è la sigla di una nuova valuta virtuale, bensì la sede fisica del palazzo milanese, in zona Isola, in cui è stato inaugurato martedì scorso il “Fintech District”, ovvero uno spazio comune attribuito alle nuove realtà fintech italiane per lavorare ai loro progetti e soprattutto condividere insieme un percorso di crescita del settore finanziario-tecnologico.

Hanno tenuto a battesimo il “Fintech District” il Ministro Pier Carlo Padoan, il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, il Vice Direttore Generale della Banca d’Italia Fabio Panetta, il Vice Direttore Generale della Consob Giuseppe D’Agostino e l’On. Sebastiano Barbanti che coordina l’indagine conoscitiva sul fintech presso la Camera. Tra gli operatori erano presenti oltre ai rappresentanti del Gruppo Banca Sella – principali fautori dell’iniziativa insieme a Copernico – anche i nuovi player del mercato quali Credimi, Moneyfarm, Satispay, Alipay e molte altre interessanti realtà di settore.

Il fatto che la creazione del “Fintech District” si sia realizzata solo un mese dopo l’apertura del tavolo di confronto presso il MEF, ed anche subito dopo l’avvio dell’indagine conoscitiva presso la Camera, in aggiunta al fatto che all’evento del 26 settembre erano rappresentate le più alte carice istituzionali e di controllo, evidenzia l’importanza e l’attenzione che l’Italia intende attribuire al settore fintech. Infatti, uno dei principali obiettivi del “Fintech District”, è proprio quello di eleggere l’Italia – ed in particolare “S32” – quale polo di eccellenza, innovazione, discussione sui temi fintech.

Le stesse istituzioni ed autorità si sono dimostrate disponibili ad ascoltare le novità ed anche esigenze del settore e ciò principalmente in considerazione del fatto che il fenomeno finanziario-tecnologico è in continua evoluzione e presenta confini (soprattutto regolamentari) difficili da tracciare. Basti citare che Banca d’Italia, durante il proprio intervento, ha anticipato che ha creato sul proprio sito una sezione dedicata per tali operatori, con lo scopo di condividere appunto informazioni nonché chiedere all’autorità eventuali supporti interpretativi. In generale, Fabio Panetta ha chiarito che: “Questo nuovo polo tecnologico rappresenta un’iniziativa importante per lo sviluppo del nostro settore finanziario e per il rafforzamento di Milano quale centro di innovazione italiano ed europeo. La capacità di cogliere tempestivamente le opportunità offerte dalle tecnologie digitali rappresenta una leva formidabile per la crescita delle imprese finanziarie e dell’intera economia. La Banca d’Italia, nell’ambito delle sue funzioni istituzionali, contribuisce a creare un ambiente favorevole allo sviluppo di modalità innovative di produzione e distribuzione di servizi finanziari e di finanziamento dell’economia reale”.

Dunque, avere il supporto di Banca d’Italia, oltre che di Consob e di tutte le Istituzioni presenti è fondamentale per far crescere, comprendere, regolamentare ed infine beneficiare a pieno dal fenomeno.

Conclusa la parte istituzionale, la giornata è proseguita con tavole rotonde e presentazioni dei principali player. Un modo per dare concretezza e visibilità a chi è già partito con servizi a contenuto finanziario-tecnologico. Tra le questioni maggiormente dibattute certamente quella di cercare una maggiore semplificazione regolamentare, anche in confronto ad altre esperienze europee (principalmente Financial Conduct Authority anglosassone). In particolare, tra i temi caldi giova segnalare: l’auspicio di un c.d. sand-box, ovvero la possibilità di operatività (limitata) in pendenza di ottenimento della licenza per operare quale soggetto finanziario, nonché la difficoltà per l’azionariato straniero di richiedere ed ottenere il codice fiscale italiano, anche questo requisito tipicamente nazionale non presente in altri paesi.

In perfetta sincronia (e quasi telepatia) con questa iniziativa nazionale, la giornata si è poi conclusa con l’emissione, da parte della BCE, di una consultazione pubblica avente ad oggetto le linee guida per la valutazione delle richieste di licenza bancaria da parte delle società fintech. In sintesi, sono oggetto discussione i requisiti che dovrebbero possedere le fintech che intendono offrire servizi bancari in maniera altamente tecnologica. Una tale consultazione lascia intravedere che le realtà fintech non saranno esclusivamente app di pagamento o movimentazione di denaro ma potrebbero andare ad aggredire il mercato creditizio, tradizionalmente identificato con la banca.


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