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Tutte le staffilate di Calenda e Ricciardi a Roma su investimenti e sanità

Calenda

La città di Roma è diventata ormai sinonimo di degrado, urbano ed etico, e depressione economica. Tali considerazioni hanno spinto il Governo a convocare un tavolo tecnico per discutere delle difficoltà della Capitale insieme alle parti sociali. “Mi hanno chiesto di aprire un tavolo tecnico per il rilancio della Capitale”, dice il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda nel corso del convegno “Crescita vs Crisi”. “Ci siamo messi a studiare con i nostri tecnici, abbiamo cercato di capire cosa fanno nel resto d’Europa, nelle altre capitali. Poi ho chiamato tre giorni fa il sindaco, non mi ha risposto e ancora aspetto di essere richiamato. Magari proverò a mandarle un telegramma”.

Il ministro dello sviluppo economico Calenda non usa giri di parole quando deve rendere note le difficoltà di comunicazione con il sindaco della Capitale, Virginia Raggi. Al tavolo tecnico per il rilancio delle attività economiche nella Capitale dovrebbero partecipare anche il Governatore Nicola Zingaretti, i sindacati Cgil, Cisl e Uil, i rappresentanti delle associazioni produttive del territorio come Filippo Tortoriello di Unindustria, Rosario Cerra di Confcommercio e Mauro Manocchi di Confartigianato. Il Governo ha individuato 2,6 mld di euro per il rilancio della Capitale e il tavolo dovrebbe servire a capire come spendere questi fondi. “Parlare di Roma senza il sindaco mi pare naif – continua il ministro -. Se entro lunedì non avrò risposta sarò costretto a “sconvocare” il tavolo. Non c’è la volontà di giudicare l’azione del sindaco. I problemi di Roma vengono dal passato. Non penso che in qualche forza politica romana ci sia la tentazione di aspettare che passi il cadavere. Lo trovo una cosa fessa, perché alla fine è il cadavere di Roma”. Le parole del ministro non sono passate inosservate e, a stretto giro di posta, è arrivata al replica del sindaco Raggi. “Se il ministro ‘sconvocasse’ il tavolo, farebbe un dispetto non a me ma a Roma”, dice il sindaco a margine di dell’udienza Anci con Papa Francesco. “Non è necessario un telegramma, basta semplicemente sentirsi e si fissa una data”. Il sindaco poi ricorda l’assenza del Governo all’incontro del 24 giugno con istituzioni, rappresentati del mondo produttivo e sindacati nel corso del quale si è discusso di temi critici per la città come Almaviva, Sky, Mediaset ed Alitalia.

WALTER RICCIARDI: “ROMA È L’UNICA CAPITALE IN EUROPA AD AVER PEGGIORATO I SUOI INDICATORI DI SALUTE”

I numerosi mali della Capitale sono stati sviscerati nell’ultima parte del convegno voluto dal ministro della salute Beatrice Lorenzin. “Roma è l’unica tra le 28 Capitali dell’Unione Europea che ha peggiorato i suoi indicatori di salute negli ultimi anni”, dice Walter Ricciardi presidente dell’Istituto superiore di sanità. “Tutti gli indicatori, da quello più solido che è l’aspettativa di vita, alla mortalità infantile, a quello per patologie tumorali, fanno riscontrare un peggioramento della condizioni dei cittadini romani rispetto al resto di Italia. Non dico rispetto alle Capitali del nord Europa perché stiamo parlando proprio di due mondi diversi”. I romani non reputano soddisfacenti i servizi offerti dalla sanità capitolina, collocando Roma tra i livelli più bassi del Paese. “Il tasso di mortalità infantile ha ricominciato a salire. Se hai una patologia neoplastica e vivi in una Regione del nord hai un trattamento e quindi un’aspettativa di vita maggiore rispetto a quella romana”, conclude il prof. Ricciardi. “La rinuncia alle cure, ovvero il mancato acquisto di un farmaco perché molto costoso o la rinuncia ad effettuare una visita specialistica come una mammografia, è molto più superiore al Sud che al Nord. Ma dove comincia il Sud Italia? A Roma, dove le persone iniziano a curarsi sempre meno e ad avere peggiori condizioni di salute”.

“Nelle grandi città la maggior parte delle malattie degenerative diventano diverse da quelle che abbiamo studiato sui libri. Roma è un buon modello di cose da migliorare tant’è che la University of London ha affidato a Roma il programma City Changing Diabetes”, dice Andrea Lenzi dell’Health City Institute. “Roma è differenziata anche all’interno. A volte quando ci si reca in certe periferie pare di essere in un’altra città, queste differenze si riflettono anche sullo stile di vita tanto che la prevalenza del diabete varia dal 5% nei quartieri centrali al 10% nelle periferie. Roma è una specie di laboratorio”. Un altro dato significativo sullo stato di salute della sanità romana arriva da Concetta Mirisola, Direttore Generale dell’INMP, Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti: “Negli ultimi anni abbiamo visto crescere la quota di italiani che si è rivolta al nostro istituto passando dall’8% al 43%. I nostri sono servizi assistenziali che si rivolgono anche alle vittime di violenze”.

LORENZIN: “ALCUNE PERIFERIE ROMANE MI RICORDANO LE BINDONVILLE DI MOMBASA”

L’allargamento del divario sociale è stato un filo rosso che ha attraversato per intero il convegno del Parco dei Principi. “Perché esiste questa discrepanza nella salute tra i quartieri? Perché c’è deprivazione da ogni punto di vista, anche alimentare”, ha detto il ministro Lorenzin, padrona di casa del convegno. “Roma si trova in condizioni così degradate per tante ragioni e tante cause. Questa è una città che ha sofferto molto, ha avuto un grande declino prima di tutto sociale e di legalità. Abbiamo avuto Mafia Capitale, una cosa pesantissima. E poi un declino vero delle fasce della popolazione più deboli”. La signora ministro non usa mezzi termini per parlare di alcune delle periferie romane: “Ho frequentato spesso l’Africa per lavoro e alcune periferie romane mi ricordano le bidonville di Mombasa”. Un altro argomento centrale del recupero della Capitale riguarda l’abuso delle droghe e le tossicodipendenze. “La mia impressione è che Roma è piena di droga. Rivediamo le siringhe per strada, rivediamo i tossici per strada, gli spacciatori di eroina”, continua il ministro, “siamo pieni di cocaina. Si fa finta di non vedere come se il problema non ci fosse più, in realtà aggredisce tutti i ceti sociali e tutte le età, insieme all’alcol. Soprattutto gli spacciatori lavorano sui giovani. C’è un pezzo di Roma che bisogna andare a recuperare e per farlo ci vuole almeno avere la conoscenza del problema”.


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