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Poste Italiane, ecco come i dipendenti Sda contestano gli scioperi Cobas

Non sembrano avere fine le agitazioni che, da oltre un mese, stanno paralizzando Sda Express Courier. Il vettore di proprietà del gruppo Poste Italiane capitanato dall’amministratore delegato, Matteo Del Fante (nella foto), continua infatti a essere bloccato dallo sciopero selvaggio indetto da Si Cobas e Sol Cobas le quali, agendo al di fuori della legge, hanno dato origine a una vera e propria faida tra sigle sindacali.

CALTANISSETTA, SIT-IN CONTRO I PICCHETTI

Contro i Cobas sono scesi in piazza i dipendenti della filiale di Caltanissetta. In circa una sessantina hanno organizzato un sit-in di protesta davanti alla prefettura nel tentativo di richiamare l’attenzione dello Stato verso una situazione che, se dovesse protrarsi ancora, rischia di avere gravi ripercussioni per l’intera Sda Express Courier. I dipendenti temono che la perdita di volumi, dimezzati nel solo mese di settembre, porti a nuovi licenziamenti. Contro lo sciopero di Si Cobas e Sol Cobas avevano manifestato la scorsa settimana anche i lavoratori di Trinità, nel Cuneese, auspicando l’intervento del Viminale retto da Marco Minniti pur di potere riprendere il proprio lavoro.

UN PRIMO ACCORDO NELLO STABILIMENTO DI BOLOGNA

Assieme all’hub di Milano Carpiano, anche i magazzini di Sala Bolognese avevano guidato la protesta. Ma proprio da Bologna arrivano le prime notizie positive: il Sindacato Generale di Base (Sgb) ha infatti ottenuto che la cassa integrazione a rotazione duri solo per nove settimane, dopodiché la società appaltante si è impegnata ad assumere tutti, a prescindere dai volumi produttivi. Non solo: il contratto di lavoro cui verrà fatto riferimento sarà quello sottoscritto da Sgb che offre garanzie migliori rispetto a quello nazionale ed è stata introdotta una clausola specifica che vieta a Sda Express Courier il cambiamento di appalto in corsa, per evitare scenari analoghi a quanto successo a Carpiano tra le cooperative Cpl e Ucsa, il cui avvicendamento risulta all’origine dei disordini.

NUOVO SCIOPERO A LUCCA

Per un focolaio che si spegne, un altro subito divampa. Da sabato 7 ottobre hanno infatti iniziato lo sciopero i dipendenti della società appaltante Delivery che si occupa del centro di smistamento di Lucca. I lavoratori lamentano forti ritardi nel pagamento dei salari. Anche in questo caso, il sindacato punta il dito contro le cooperative appaltanti, che “nascono e muoiono” nel giro di pochi mesi, resettando ogni volta le condizioni contrattuali e ritardando il pagamento degli stipendi.

ANCORA BLOCCATO LO STABILIMENTO DI MILANO

La situazione resta invece critica nei magazzini di Carpiano, a sud di Milano. Fumata nera anche al termine del terzo incontro tra Si Cobas, Ucsa e Sda, arbitrato dalla Prefettura.
Il nodo da sciogliere riguarda il sistema di lavoro a rotazione: essenziale per Sda Express Courier dal momento che i volumi a seguito dello sciopero sono drammaticamente calati, un vero e proprio pugno nello stomaco per i sindacati, che non accettano possa protrarsi oltre la fine di ottobre. Sda Express Courier dal canto suo si è detta disponibile a limitare il periodo di rotazione della forza lavoro solo fino al prossimo 20 novembre, in modo analogo rispetto a quanto è stato previsto nello stabilimento di Bologna, mantenendo l’occupazione ai livelli precedenti all’ingresso di Ucsa.

L’AVVIO DI AZIONI DI CATEGORIA

Intanto, cresce la frustrazione degli utenti che si sono serviti, per le loro spedizioni, del vettore di Poste Italiane. La rabbia è palpabile anche su Internet dove hanno iniziato a comparire, per esempio su Facebook, commenti carichi di invettive all’indirizzo di Sda Express Courier e gruppi per raccogliere e censire i soggetti che si ritengono lesi. Le associazioni a tutela dei consumatori si stanno muovendo per avviare le class action: Federconsumatori promette battaglia e Adiconsum sul proprio sito ha aperto un vademecum per spiegare all’utenza come comportarsi.

LA RABBIA DEI CONSUMATORI

È sufficiente scorrere le recensioni su Google relative allo stabilimento Sda di Milano Carpiano per avere un’idea dei disagi che la serrata a oltranza ha arrecato. Per esempio, scrive Massimo D.: “Scioperare è un diritto ma danneggiare terze persone che nulla c’entrano è estremamente scorretto”. Più severa Francy M: “È uno schifo, avete rubato i pacchi di migliaia di persone che lavorano. Nel mio c’è un’apparecchiatura che costa molti soldi e serve per la mia salute. Spero che vengano a spostarvi di peso, voi e i vostri picchetti”. Esasperata Barbara A: “Ho perso sia il materiale sia la vendita… Complimenti alla procura! Questa è interruzione di servizio pubblico, essendo Sda controllata da Poste Italiane alle quali ho corrisposto 12 euro per la spedizione… cascasse il mondo se spedirò ancora con loro”. E si potrebbe continuare.

LE ASSUNZIONI NELL’IMMINENTE HUB PADOVANO

Lunedì 9 ottobre, sul sito di Poste Italiane, è comparso invece il seguente annuncio lavorativo: “Sda Express Courier, azienda del Gruppo Poste Italiane e partner unico per la gestione della logistica e della distribuzione, cerca personale da inserire presso il centro di smistamento di prossima apertura sulla zona di Padova”. In molti hanno interpretato la notizia come spia del fatto che, nonostante tutto, i temuti (almeno da alcune sigle sindacali) accordi tra il vettore italiano e Amazon proseguano dato che prevedevano l’assunzione di 1.500 dipendenti. Secondo Si Cobas infatti Poste Italiane starebbe tentando di consegnare al colosso dell’e-commerce una azienda liberata dai sindacati ostili.



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