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Così il cinema italiano ha raccontato gli Stati Uniti

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La raccomandazione chiesta da Tony Renis al boss mafioso Joe Adonis per avere un ruolo nel film “Il Padrino” di Francis Ford Coppola, Mike Bongiorno agit-prop al servizio di Clare Boothe Luce, l’interpretazione nei panni di un simil-Cupido di Benito Mussolini nel film muto americano “La città eterna”, il film su Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo che fa riaprire l’inchiesta negli Stati Uniti sui due anarchici che riescono ad ottenere la riabilitazione nel 1977, il finale del film del 1975 di Giuseppe Ferrara “Faccia di spia”, le interpretazioni sul film di Francesco Rosi “Il caso Mattei” interpretato da Gian Maria Volonté. Di questo e molto altro si è parlato ieri nella conferenza di Luca Martera, autore e regista, promossa nell’ambito del Festival Diplomacy ideato da Giorgio Bartolomucci in collaborazione con la rivista di cinema Sentieri Selvaggi diretta da Federico Chiacchiari.

IL COMMENTO DI MARTERA

“In Italia, siamo sempre stati divisi su tutto e quindi anche in questo ambito si sono sviluppate correnti filo-americane e anti-americane di centro, destra e sinistra. Poi, a guardare bene, ci fu molta cautela da parte di molti “maestri” perché nel periodo d’oro i film italiani facevano il giro del mondo ma la distribuzione restava in mano agli americani. Ad inquadrare bene il fenomeno con il suo proverbiale cinismo fu Alberto Sordi, che così volle rassicurare quel giovane sottosegretario allo Spettacolo di nome Giulio Andreotti sulle sorti del nostro cinema negli anni di Scelba e del Piano Marshall: “Vanno ai comizi dei metalmeccanici, ma se poi i produttori non li pagano in nero e in Svizzera, i film non li fanno”, ha detto Martera in occasione della conferenza organizzata al Centro Studi Americani.

IL CINEMA ITALIANO E WEINSTEIN

Il critico cinematografico Simone Emiliani ha chiacchierato con Martera su come i registi italiani hanno raccontato gli Stati Uniti negli ultimi anni e il discorso non è potuto che cadere sul produttore americano Harvey Weinstein, il cui ruolo è stato fondamentale per far ottenere gli Oscar ai film italiani “Nuovo Cinema Paradiso”, “Il postino”, “Mediterraneo” e “La vita è bella”. A proposito del film di Benigni, all’epoca del tour promozionale negli Stati Uniti, il regista toscano fu preso in giro dal programma satirico di Mtv “Celebrity Deathmatch” che vedeva scontrarsi in una lotta all’ultimo sangue personaggi famosi riprodotti in plastilina. Come avversario di Benigni, Mtv scelse Benito Mussolini, definito nella scheda di presentazione come colui che mandò al macello gli italiani, invase l’Etiopia e fu amico di Hitler. Descrizione di Benigni: massacratore di lingua inglese, invasore di spazio personale altrui e amico personale di Harvey Weinstein…

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