È terminato ieri il XVI congresso dei Radicali Italiani, anticipato dalla kermesse “Stati Uniti d’Europa” che ha visto alternarsi sul palco esponenti del fronte progressista ed europeista al quale i Radicali parlano e guardano in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. “Una lista a cui lavorare insieme ai promotori di Forza Europa” – si legge nelle comunicazioni ufficiali del partito – “connotata dall’obiettivo prioritario del federalismo europeo e aperta a tutte le forze politiche che vorranno condividerne gli obiettivi”.
Inizia, dunque, la campagna elettorale dei progressisti italiani. “Nei prossimi mesi pre elettorali” – ha detto Riccardo Magi nel suo intervento conclusivo – “dobbiamo mettere al centro del dibattito gli Stati Uniti d’Europa e il rilancio del progetto federalista, arricchendo quel fronte che si contrappone ai neonazionalismi e alle forze che molto vicino a noi, nel nostro continente, si preparano alla violazione dei diritti umani, civili, politici “. Ora, come scrive oggi Fabio Martini su La Stampa, il prossimo appuntamento è per il 12 novembre al Teatro Golden di Roma quando Giuliano Pisapia, presente alla convention radicale, lancerà il suo Campo Progressista, altro perno importate di quella Lista progressista che dovrebbe vedere collaborare le numerose forze politiche, dai Verdi, al PSI e al Centro Democratico di Bruno Tabacci, viste al convegno dei Radicali. Forze che, come ha affermato Magi, vogliono “mostrare, a partire dall’Italia, il volto di un’Europa che innova, che prospera, che protegge, che integra, che decide democraticamente”.
IL PROGRAMMA POLITICO DEI RADICALI
Ma quale sarà il programma politico della Lista progressista? Qualche idea è contenuta nel documento licenziato alla conclusione dei lavori del congresso radicale. La mozione punta sia sugli storici temi cari ai radicali, come la liberalizzazione delle droghe e il sovraffollamento carcerario, sia sulle più recenti campagne in materia di immigrazione.
Sono proprio queste ultime ad aver ridato slancio mediatico ai Radicali dopo la morte dello storico leader e frontman Marco Pannella e il quasi concomitante e momentaneo ritiro dalle scene di Emma Bonino per questioni di salute. “Il congresso rileva che grazie all’iniziativa nonviolenta lanciata da Radicali Italiani insieme al senatore Luigi Manconi” – si legge nel testo della mozione a proposito dell’approvazione di una norma sullo Ius Soli – “il disegno di legge sulla riforma della cittadinanza è tornato al centro del dibattito parlamentare, e auspica la sua approvazione entro la fine della legislatura”. Affianco a questa c’è il successo della campagna “Ero straniero – L’umanità che fa bene”, che ha trovato l’adesione, tra gli altri, di Roberto Saviano, conclusa con la consegna al Parlamento di 70mila firme per la legge di iniziativa popolare che punta a modificare profondamente la Bossi-Fini abolendo il reato di clandestinità e introducendo canali di accesso sicuri all’Italia. Questa campagna, nella quale i Radicali hanno avuto al loro fianco inediti compagni di viaggio come le Acli e il Centro Astalli, si affianca concettualmente alle dure prese di posizione nei confronti degli accordi stipulati dall’Italia “con alcuni dei gruppi criminali lì attivi e già responsabili del traffico di esseri umani”.
La liberalizzazione della cannabis è invece uno degli argomenti storici dei Radicali che quest’anno ha trovato concretizzazione nella campagna “Legalizziamo” volta alla presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare. “Scegliendo di limitare l’esame del ddl cannabis legale al solo uso medico il Parlamento ha sprecato un’occasione storica: quella di conquistare per il Paese una grande riforma che, attraverso un ampio provvedimento di legalizzazione, avrebbe sgravato la giustizia e le carceri dai danni del proibizionismo, sferrato un attacco micidiale alle narcomafie, avrebbe portato vantaggi dal punto di vista economico e sanitario e affermato la libertà e i diritti di milioni di cittadini criminalizzati per il proprio stile di vita”, scrivevano i radicali all’indomani della scelta del Parlamento di valutare solo un impiego medico e terapautico della cannabis. Nella mozione post congressuale fanno un passo in più: “È necessario rilanciare la decriminalizzazione dell’uso di tutte le sostanze stupefacenti, anche promuovendo programmi di somministrazione medicalmente controllata di eroina e di drug checking”.
IL CONTRASTO ALLA POVERTÀ PASSA DAL DEBITO PUBBLICO
I temi economici entrano nel programma politico dei Radicali dal lato delle azioni a contrasto delle nuove povertà. La proposta è quella dell’introduzione di un “reddito minimo d’inserimento”, riservato alle fasce più povere, finanziabile sostituendo le attuali e frammentate prestazioni a sostegno della povertà e “riducendo quelle rivolte alle fasce più abbienti”. Le politiche attive del lavoro sono al centro di quella riforma del welfare rapidamente tratteggiata dalla mozione radicale che vuole definire un “un modello di welfare che insieme protegga e stimoli allo studio e alla formazione e premi chi voglia perseguire al meglio le proprie ambizioni”. Insomma un welfare misto anglosassone-scandinavo, da un lato sostegno economico solo agli indigenti per gli altri politiche di reinserimento lavorativo al fine arrivare a “guardare al lavoro come diritto all’opportunità, con particolare attenzione a valorizzare le professionalità dei giovani e il loro contributo alla società, eliminando forme di sfruttamento e investendo nella tecnologia come fattore di democratizzazione per una maggiore trasparenza e inclusione”. Il tutto, però non può reggersi se prima non si affronta il primo problema dell’economia italiana: il mostruoso debito pubblico. “Il tema del debito pubblico italiano rischia di mettere in discussione lo stesso futuro dell’Europa” – sostengono i radicali – “Per arrivare velocemente al pareggio di bilancio è necessario congelare in termini nominali la spesa pubblica per tutta la durata della prossima legislatura, per poi cominciare ad alleggerire il carico fiscale sui redditi da lavoro e da impresa attraverso una semplificazione e una riduzione delle aliquote IRPEF e IRES”. Questo significa che l’idea di una riduzione della tassazione non è presente nella proposta radicale, un punto controverso e difficile da comunicare in campagna elettorale.
RIFORMA DELL’ARCHITETTURA COSTITUZIONALE EUROPEA: ELEZIONE DI UN PRESIDENTE EUROPEO
Volano alto i Radicali quando affrontano temi legati all’architettura costituzionale europea. Nel corso degli “Stati Uniti d’Europa” Enrico Letta aveva proposto di far confluire i 73 posti al Parlamento Europeo lasciati vacanti dai parlamentari inglesi in un’unica lista transazionale. La proposta è accolta dai Radicali che però vanno oltre. “Occorre al fine di garantire una maggiore riconoscibilità politica, l’istituzione di un presidente europeo eletto direttamente dai cittadini che accorpi le funzioni attualmente ricoperte dai presidenti di Commissione e Consiglio” – si legge nella mozione – “E non è più rinviabile la definizione di una politica estera e di sicurezza comune”.