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Jan Romeo Pawlowski, chi è l’arcivescovo a capo della terza sezione della segreteria di Stato

Mancava soltanto l’ufficializzazione, arrivata stamattina per mano della sala stampa vaticana. Per il resto, si tratta di un altro tassello che si aggiunge alla riforma della curia romana, svolgimento centrale del pontificato di Papa Francesco ma già portata avanti anche dal suo predecessore Benedetto XVI: l’istituzione di una terza sezione nella segreteria di Stato della Santa Sede guidata dal cardinale Pietro Parolin.

LA SEGRETERIA DI STATO E LA RIFORMA DELLA CURIA

Mentre infatti le altre due sezioni riguardano gli affari generali, in quello che si potrebbe definire il ministero degli interni affidato a monsignor Angelo Becciu, e i rapporti con gli Stati, ovvero il ministero degli esteri presieduto dall’inglese Paul Richard Gallagher, quest’ultima si occuperà dei nunzi apostolici, i delegati della Santa Sede nelle ambasciate presenti in tutto il mondo. E vi verrà messo a capo l’arcivescovo polacco Jan Romeo Pawlowski (nella foto), attuale delegato per le Rappresentanze pontificie nominato da Papa Francesco solamente nel dicembre 2015, probabilmente con un’idea ben definita del percorso che avrebbe poi intrapreso appena due anni dopo, attraverso quello che di fatto è un potenziamento della propria mansione.

CHI È IAN PAWLOWSKI

L’arcivescovo polacco Jan Romeo Pawlowski, che sarà quindi il primo incaricato della guida di questo nuovo segmento della segreteria di Stato, ha 57 anni, conosce 6 lingue – italiano, francese, russo, inglese, tedesco e portoghese – ed è stato nominato arcivescovo titolare di Sejny e nunzio apostolico nella Repubblica del Congo e in Gabon da Benedetto XVI il 18 marzo 2009. Nel suo servizio in Africa lavorò assieme all’egiziano Yoannis Lahzi Gaid, suo subalterno, che come nota Magister oggi è “secondo segretario personale di papa Francesco”.

IL CURRICULUM VITAE DEL NUOVO SOSTITUTO PER I NUNZI

È nato a Biskupiec, comune urbano-rurale nel nord della Polonia, ed è è entrato nel Seminario Maggiore Primaziale di Gniezno nel 1979. In seguito, la laurea in teologia a Poznań, l’ordinazione nell’85 e il dottorato in diritto canonico a Roma, alla Gregoriana, conseguito nel ’91. Poi l’attività nella nunziatura: prima come segretario nella Repubblica del Congo, Repubblica Centrafricana e Ciad dal 1991 al 1994, e in Thailandia dal 1994 al 1997; poi come consigliere in Brasile dal 1997 al 1999 e assessore in Francia dal 1999 al 2002. Dopodichè, l’ingresso nella sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria, fino alla nomina a prelato d’onore di Sua Santità nel 2005, dopo quella di cappellano di Sua Santità già ricevuta nel 1993.

QUALI FUNZIONI DOVRÀ SVOLGERE

Il prelato, nel suo nuovo incarico, tra le altre cose parteciperà, insieme a Becciu e Gallagher, alle riunioni settimanali di coordinamento presiedute dal cardinale Parolin. Inoltre avrà il compito di convocare e presiedere le riunioni per la preparazione delle nomine dei nunzi, e sarà il diretto responsabile, insieme al presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, attualmente l’arcivescovo Giampiero Gloder, di ciò che concerne la selezione e la formazione degli aspiranti delegati.

IL NOME E I COMPITI DEL NUOVO SOGGETTO

Il nome di questa nuova suddivisione della segreteria di Stato, alle dirette dipendenze quindi di Parolin, sarà “sezione per il personale di ruolo diplomatico della Santa Sede”, e avrà in carico ruoli e funzioni attualmente in mano alla sezione per gli affari generali di monsignor Becciu: questioni come l’individuazione delle terne per le nomine dei nunzi, i trasferimenti o gli avanzamenti di carriera, il monitoraggio delle condizioni di vita e di servizio, la formazione, più altre faccende burocratiche in capo alle ambasciate vaticane.

LE RAGIONI INDICATE DAL PAPA

La comunicazione formale relativa a questa decisione, già fatta pervenire in precedenza ai nunzi, è stata recapitata al segretario Parolin lo scorso 18 ottobre. Nella lettera vi è espressa la ragione che ha portato il Papa a prendere questa decisione, la “convinzione” cioè di “dover assicurare” ai delegati “una più fraterna attenzione e un più sollecito accompagnamento umano, sacerdotale, spirituale e professionale”, prima della parte dispositiva composta di cinque punti (qui riportati dal blog di Sandro Magister). All’interno di questo elenco, la finalità, ribadita, di questo nuovo soggetto è “dimostrare l’attenzione e la vicinanza del Papa e dei superiori della Segreteria di Stato al personale del ruolo diplomatico”. Esercitando poi, allo stesso tempo, sia una “giusta autonomia” che “una stretta collaborazione” con le altre sezioni della segretaria di Stato.

IL DECENTRAMENTO DELLA CHIESA GLOBALE

L’immagine che ne esce è perciò quella di una Chiesa, nel suo complesso, sempre più attenta alla propria dimensione globale. Che cioè in un primo momento lascia una maggiore discrezione ai soggetti distanti da Roma, e quindi anche più vicini alle periferie del mondo (come può essere con le conferenze episcopali nazionali sul tema della liturgia, relativamente cioè al motu proprio Magnum Principium, o ai singoli sacerdoti su quello della famiglia, e quindi con l’esortazione apostolica Amoris Laetitia), ma che allo stesso tempo offre maggiore vicinanza e controllo, dando vita a una struttura interamente dedicata ai nunzi. Offrendo loro una maggiore attenzione, nel momento in cui le decisioni vanno prese sempre in maggiore autonomia e complessità, ma che per questo richiedono anche un crescente “discernimento”.

IL RAFFORZAMENTO DELLA CENTRALITÀ DELLA CURIA

“Con questa delibera la segreteria di Stato rafforza ancor di più la sua centralità nell’ordinamento della curia vaticana, solo temporaneamente e illusoriamente appannata nelle fasi iniziali del pontificato di Jorge Mario Bergoglio”, scrive infatti Sandro Magister nel suo blog su L’Espresso. Aggiungendo che questa, tuttavia, permetterà nello specifico a Bergoglio di seguire “con cura accresciuta le nomine e le carriere dei nunzi, cioè di una corporazione sulla quale egli ha puntato fin da quando è stato eletto Papa”.

I CASI PROBLEMATICI DEL PASSATO

Chiave di lettura, quest’ultima, approfondita anche da Franca Giansoldati su Il Messaggero, spiegando che “uno dei motivi che ha indotto il Papa a intervenire sul personale delle nunziature riguarda i (non pochi) casi problematici che si sono verificati in passato, già ai tempi di quando il cardinale Sodano era segretario di Stato, alcuni dei quali sono stati messi a tacere”. Come il caso di monsignor Carlo Capella, funzionario in Canada indagato per possesso di pedopornografia, o il polacco Wiesolowski, accusato di pedofilia e morto per un attacco cardiaco in Vaticano prima della sentenza.

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