Entra nel vivo il delicato processo che porterà la Lombardia ad avere una maggiore autonomia regionale nelle 23 materie concorrenti che, secondo il dettato costituzionale, possono essere amministrate trasversalmente dallo Stato oppure dagli Enti locali. Giovedì 9 novembre il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, è giunto a Roma per avviare l’inedita trattativa. Nella sua valigia il Presidente aveva il mandato che il Consiglio regionale gli ha conferito lo scorso 7 novembre a seguito del referendum del 22 ottobre: sarà quel documento la base su cui verrà intavolato, nei prossimi mesi, il negoziato.
LA FINE DELLA LEGISLATURA NON AIUTA
In realtà il processo per l’agognata autonomia regionale non sarà così veloce come auspica Maroni. L’intesa raggiunta con Roma dovrà infatti essere ratificata a maggioranza assoluta dal Parlamento, ma l’attuale legislatura è ormai in scadenza, quindi bisognerà attendere l’insediamento del prossimo esecutivo. Per questo il governatore lombardo non vuole perdere tempo e si augura che l’esame delle proposte sull’autonomia regionale abbia inizio già entro la metà di novembre, così da chiudere il tavolo per gennaio.
LOMBARDIA ED EMILIA COMPAGNE DI VIAGGIO
Maroni vuole che il dossier lombardo sia analizzato in contemporanea a quello emiliano, probabilmente per evitare disparità di trattamento. Il sospetto è che l’Emilia Romagna, arrivando al tavolo del governo a seguito di una collaborazione con l’esecutivo di Roma, possa godere di qualche corsia preferenziale mentre alla Lombardia venga fatta scontare in quella sede la prova muscolare del referendum. “Venti giorni fa Maroni mi ha chiesto di attendere due settimane che loro ultimassero di definire le richieste sull’autonomia regionale. Li ho attesi molto volentieri perché a me non interessa la differenza politica, non interessa chi parte prima: mi interessa chi arriva e come arriviamo” ha dichiarato ai microfoni di 6 su Radio 1 il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.
SEI TAVOLI DI LAVORO PER ACCELERARE L’ITER
“La nostra intenzione è procedere con l’autonomia regionale proponendo 6 macroaree, cioè sei tavoli divisi per materie. Uno mi piacerebbe fosse a Milano” ha dichiarato Maroni prima di partire per Roma a incontrare Gianclaudio Bressa, sottosegretario con delega ad Affari Regionali e Autonomie. “La questione delle risorse sarà un punto importante di questa trattativa” ha poi aggiunto per ribadire che, sebbene il mandato del Consiglio non preveda più la discussione sul residuo fiscale (cioè la differenza data tra ciò che viene versato e ciò che torna sul territorio) che invece era stato il cavallo di battaglia della Lega sotto il referendum, si dovrà comunque trovare un modo per parlare di maggiori risorse. Del resto, molti punti della risoluzione riguardano proprio i tributi.
1) SANITA’, VOCE IN CAPITOLO SU TICKET E SUPER TICKET
Naturalmente, la Regione vuole fare partire la trattativa parlando di Sanità, materia ritenuta una delle eccellenze lombarde. Anche grazie al fatto che il governo locale ha dimostrato di sapere gestire adeguatamente i fondi nazionali, la Lombardia chiederà la definizione di un quadro di risorse autonome di finanziamento del sistema sociosanitario che consenta una gestione “flessibile e senza vincoli di spesa specifici”, con particolare riguardo alla possibilità di definire il sistema tariffario e “alla possibilità di modulare la compartecipazione alla spesa”. Si pensa in particolare al super ticket.
2) TASSE, LE RICHIESTE DELLA REGIONE: BOLLO AUTO E IRES
Sul tema delle imposte, la risoluzione del Consiglio si muove su più livelli e chiede a Roma anzitutto di poter godere di una compartecipazione al gettito dell’Ires e di avere totale autonomia sulla disciplina dei tributi regionali, a partire dal bollo dell’auto. Sul fronte della lotta all’evasione, la proposta in discussione sarà tenere in Regione ciò che si recupera mediante gli accertamenti sull’Iva evasa. Infine, la trattativa riguarderà anche la possibilità di introdurre zone a fiscalità speciale (come quelle istituite a seguito di una calamità naturale particolarmente gravosa) così da aiutare parti della Lombardia considerate depresse.
3) UNA QUOTA DEL CANONE RAI
La risoluzione riguarda anche il canone della televisione di Stato. Il documento dà mandato di trattare per ottenere l’impiego a livello regionale di “una quota del canone Rai versato dai cittadini residenti in Lombardia e dei proventi pubblicitari, per incrementare il sostegno al sistema dell’informazione locale”.
4) INFRASTRUTTURE: PEDAGGI AUTOSTRADALI E POTERE SUL TRAFFICO AEREO
Il canone Rai non è il solo nel mirino della Lombardia: la futura discussione con Roma riguarderà anche i canoni e i pedaggi delle autostrade. Nello specifico, una quota del pedaggio pagato dagli automobilisti naturalmente legata al chilometraggio percorso sul territorio lombardo. Una parte della risoluzione riguarda poi il traffico aereo e, dato il grande numero di aeroporti attorno a Milano, non poteva essere altrimenti. In materia, la Regione non chiede più soldi ma avoca a sé potere decisionale per ciò che concerne la definizione dei piani aeroportuali. In questo modo, forse, il governo locale proverà a differenziare le offerte ritagliando a ciascuna struttura la propria fascia di mercato nella speranza di far cessare una volta per tutte la contesa tra gli aeroporti e rilanciare, finalmente, Malpensa.
5) GIUSTIZIA CIVILE, PIU’ GIUDICI DI PACE E FORMAZIONE REGIONALE
In merito la Regione chiede a Roma le competenze per poter giungere a un significativo potenziamento dei giudici di pace in Lombardia in modo da dare un contributo alla diminuzione dei tempi del contenzioso a vantaggio dei cittadini e delle imprese. Ma non è tutto dato che la Lombardia sta pensando di organizzare corsi ad hoc per la selezione dei giudici di pace e dunque di potere accedere all’iter formativo dei futuri magistrati onorari al fine di instaurare un più stretto legame organizzativo con il territorio.
6) PROTEZIONE CIVILE E GESTIONE DELLE EMERGENZE
Uno dei tavoli di lavoro promossi da Maroni riguarda la tutela dell’ambiente e la gestione della Protezione Civile. La Lombardia spera di ottenere il coordinamento a livello territoriale dei vigili del fuoco con la creazione di nuclei operativi regionali. Mentre, per fare fronte con maggiore tempestività alle emergenze, chiede di avocare il potere di ordinanza al presidente della Regione, in deroga alla normativa regionale e statale, con la finalità di gestire meglio le risorse regionali per gli interventi di recupero.
LE INCOGNITE DELLA TRATTATIVA
Nonostante a livello politico Maroni continui a sostenere che il compimento dell’iter farà della Lombardia una regione a statuto speciale, l’eliminazione dalla contrattazione con Roma del residuo fiscale impedisce tecnicamente di poter ottenere trattamenti di favore paragonabili, per esempio, a quelli siciliani e friulani. La realtà è che durante la trattativa per una maggiore autonomia regionale si navigherà a vista, lo stesso Maroni ha dichiarato: “Siamo di fronte a qualcosa di assolutamente inedito, mai fatto prima, e nel corso del lavoro potrebbero emergere contenuti non riportati nel testo che vogliamo poter affrontare subito senza dover prima tornare in Consiglio regionale”.