Dopo due mesi concentrati sulla crisi catalana, l’opposizione spagnola è tornata a parlare di corruzione per accusare il premier Mariano Rajoy. Il segretario generale di Podemos, Pablo Iglesias, ha accusato il premier spagnolo di appartenere ad “un’organizzazione di delinquenti” durante una sessione del Congresso. Il nome di Rajoy è nei documenti “Bárcenas” svelati la scorsa settimana dalla Polizia finanziaria (UDEF). Il premier ha smentito queste informazione e ha contrattaccato Iglesias chiedendogli dei finanziamenti ricevuti da Venezuela e Iran. “Lei (Iglesias, ndr) sembra ossessionato. Questo modo di fare opposizione sembra non funzionare, avete sempre meno voti e meno sostegno dagli spagnoli. Finiranno per fare una mozione contro di lei”, ha detto Rajoy.
GLI OBIETTIVI DI IGLESIAS
Il leader del Partito Popolare si riferiva alle recenti dichiarazioni in Senato di un ex membro di Podemos, il giornalista Enrique Riobóo. Proprietario di Canal 33 – dove Pablo Iglesias e un altro leader di Podemos, Juan Carlos Monedero, trasmettevano il programma televisivo “La Tuerka” -, Riobóo ha detto che i cinque europarlamenti di Podemos non sarebbero esistiti senza il denaro ricevuto da Venezuela e Iran. “I soldi venezuelani e iraniani hanno finanziato la campagna di Podemos alle elezioni europee del 2014”, ha detto. L’ex socio di Iglesias sostiene di essere stato testimone del finanziamento internazionale. Alla commissione di Finanziamento dei Partiti Politici della Camera Alta, Riobóo ha detto che gli obiettivi dei fondatori di Podemos erano doppi: da una parte volevano “dare visibilità” al movimento sociale del 15-M (gli Indignados della Plaza del Sol) e dall’altra destabilizzare il sistema. A guidare l’inchiesta del Senato è il portavoce del Partito Popolare, Luis Aznar.
I LEGAMI DI PODEMOS CON IL VENEZUELA
Riobóo aveva già pubblicato altre rivelazioni nel libro “Il volto nascosto di Pablo Iglesias”, dove racconta come Juan Carlos Monedero è tornato frustrato dal Venezuela perché il presidente Nicolás Maduro non poteva dargli la somma di denaro che aveva previsto. Diceva che Maduro era un “autista di autobus” e non uno statista come il defunto presidente Hugo Chávez. La cifra comunque era di migliaia di euro, oltre ad una fattura per “consulenza” di 400mila euro a Monedero.
I FINANZIAMENTI IRANIANI
Dall’Iran invece sono arrivati circa 30 milioni di euro. Secondo Riobóo, il finanziamento è avvenuto attraverso i responsabili dell’emittente spagnolo Hispan TV. Lì Monedero moderava un programma chiamato “Fort Apache”, che era prodotto da Global 360 con capitale iraniano. “Quando è stato annunciato l’embargo europeo all’Iran, il leader di Podemos ha detto che non era preoccupato perché il denaro sarebbe arrivato ‘nelle forme più inimmaginabili’”, ha dichiarato al Senato il giornalista.
L’INDAGINE CONTINUA…
Aznar ha detto che ancora resta da capire il perché i governo di Caracas e di Teheran hanno stanziato queste risorse economiche a due professori universitari, Monedero e Iglesias, che all’epoca erano completamente sconosciuti: “Stiamo cercando di capire. Non ci sono accuse d’illegalità, ma ci domandiamo il perché. È chiaro che in questa vicenda è tutto molto confuso”.