Un ponte di libero commercio tra Unione europea e Giappone. Le trattative tra il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e il primo ministro giapponese, Shinzo Abe (nella foto), sono chiuse. I due leader hanno confermato la risoluzione di alcuni punti che erano rimasti aperti a luglio nella discussione del più grande accordo commerciale bilaterale firmato fino ad ora dall’Unione europea. Gli aspetti più tecnici del patto di libero commercio sono stati risolti e ora l’accordo è sul tavolo dell’Europarlamento, che dovrà approvarlo per l’entrata in vigore nel 2019.
TRA RISPARMI E APERTURE
“I negoziati sono stati chiusi con tutti i dettagli. È pronto il documento legale – ha detto il commissario europeo per il Commercio, Cecilia Malmström -. Abbiamo siglato le discussioni finali sull’Accordo di associazione economica con il Giappone”. Il documento finale sarà presentato ai 28 Stati membri e il Parlamento europeo per l’approvazione il prima possibile.
Secondo i primi calcoli di Bruxelles, l’accordo permetterà alle imprese europee che esportano nei Paesi asiatici di risparmiare all’anno circa 1 miliardo di euro in dazi. L’accordo aiuterà a eliminare le barriere burocratiche e stimolerà l’apertura del mercato giapponese, che conta su 127 milioni di consumatori di prodotti europei. Inoltre, l’Unione europea e il Giappone hanno firmato un accordo per lo sviluppo sostenibile in rispetto all’Accordo sul Clima di Parigi.
NUOVI (LIBERI) MERCATI PER L’UE
Dopo l’entrata in vigore dell’accordo commerciale con il Canada e la riattivazione dei negoziati con il Mercosur (formato da Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay), l’Unione europea è impegnata nella firma dell’accordo con il Giappone, che è la terza economia mondiale e il quarto Paese esportatore. Nel 2016, le vendite di beni europei in Giappone sono stati scarsi: circa 58 miliardi di euro, mentre gli acquisti sono aumentati a 66,4 miliardi di euro.
FORMAGGIO, VINO E CARNE MADE IN EUROPE
Tra tutti i settori quello agro-alimentare europeo sarà il più beneficiato. Saranno rimossi i dazi sui formaggi (oggi al 29,8%) e sui vini (15%), oltre al riconoscimento di 200 denominazioni di origine europea. Bruxelles confida nell’aumento delle esportazioni europee di carne di manzo e di maiale in Giappone. Sui servizi, l’accordo garantirà alle imprese europee l’accesso agli appalti pubblici in 48 grandi città giapponesi, soprattutto nel settore del trasporto ferroviario.
IL CASO DEL REGNO UNITO
Il commissario Malmström ha spiegato che il capitolo Regno Unito è diverso a causa della Brexit. Londra dovrà negoziare nuovi accordi commerciali con i Paesi terzi una volta che si formalizzerà l’uscita dall’Unione europea. Il giorno che il Regno Unito uscirà dall’Ue, quel giorno resterà fuori da tutti gli accordi commerciali che mantiene l’Ue con altri Paesi. Se l’accordo con il Giappone entra in vigore dopo il 29 marzo del 2019, i britannici dovranno sedersi ad un tavolo di negoziazioni con i giapponesi.