Rilancio dell’interesse nazionale, maggiore coinvolgimento del settore privato e attenzione alla Cina. Sono solo alcuni dei punti centrali della Strategia di sicurezza nazionale (Nss) degli Stati Uniti che Donald Trump presenterà oggi, e che ridisegnerà la postura internazionale americana. Intanto, alcuni dettagli sono stati svelati da alti funzionari dell’amministrazione.
La nuova strategia si baserà su una constatazione di fondo: nell’attuale contesto internazionale, il perseguimento degli interessi americani è diventato più difficile. “Le molteplici sfide alla sicurezza nazionale richiedono un importante ripensamento della politica estera americana rispetto ai precedenti decenni”, ha spiegato di recente il National security advisor H.R. McMaster, intervenendo al Reagan Defense Forum. Da qui, i concetti trainanti del documento: “principled realism”, tutto basato sul rilancio dell’interesse nazionale, ed “ever-competitive world”, con particolare attenzione alle sfide in campo economico.
“Il presidente Trump – aveva detto McMaster – rivelerà presto i dettagli della Strategia nazionale di sicurezza, ma posso dirvi già da ora che sarà focalizzata su: protezione della Patria, avanzamento della prosperità americana, preservazione della pace attraverso la forza e rafforzamento dell’influenza americana”. Secondo quanto riportato da DefenseNews, infatti, il documento non avrà una struttura Paese-Paese, ma sarà suddiviso proprio in queste quattro categorie. La parte dedicata alla protezione nazionale (homeland protection) includerà la sicurezza dei confini e la difesa missilistica. La seconda sezione, promozione della prosperità americana, avrà il focus maggiore sugli aspetti economici della competizione globale, volto a tutela della “national security innovation base” su settori sensibili e sempre più determinanti come Spazio e cyber. La terza parte del documento rispolvererà il celebre motto reaganiano (preserving peace through strength), con attenzione alla modernizzazione e alla prontezza delle Forze armate di fronte alle minacce poste dai principali competitor. D’altronde, la scorsa settimana Trump ha firmato la legge che prevede di destinare alla Difesa quasi 700 miliardi di dollari per l’anno fiscale 2018. Infine, la quarta parte del documento sarà dedicata agli interessi americani e a nuovi approcci allo sviluppo, individuando nuovi partner e coinvolgendo sempre di più il settore privato per guidare gli investimenti all’estero.
Quelle che emerge, rispetto all’approccio dell’amministrazione Obama, è una più chiara attenzione all’Homeland security ma anche agli aspetti puramente economici. Si prevede, infatti, un maggiore coinvolgimento del settore privato e commerciale, ma anche uno sguardo attento e preoccupato alla “seria minaccia di proprietà intellettuale” posta dalla Cina. In questo senso, il documento dovrebbe contenere riferimenti chiari alla sicurezza dei centri di ricerca e sviluppo, delle università e, più in generale, di tutta la ricerca tecnologica. Meno dettagli, secondo il New York Times, ci saranno invece riguardo il rapporto con Mosca. In ogni caso, il documento prevede che gli Stati Uniti si confronteranno con le due potenze “revisioniste”. Secondo le anticipazioni del quotidiano newyorkese, nell’Nss sarebbe scritto che “Russia e Cina sono determinate a rendere le economie meno libere e meno giuste, a rafforzare i propri eserciti e a controllare informazioni e dati per reprimere le rispettive società civili ed espandere la propria influenza”.
Come prevedibile, le questioni ambientali e il cambiamento climatico non saranno considerate minacce alla sicurezza, in netta controtendenza rispetto alla presidenza precedente. Altrettanto prevedibile è il richiamo a un rapporto più equilibrato con i partner, tema che Trump ha sostenuto sin dalla primissima campagna elettorale e che non poche preoccupazioni ha destato all’interno della Nato (che il tycoon aveva definito “obsoleta”). Se l’impegno Usa nell’Alleanza non sembra più essere in discussione, il presidente continuerà comunque, con ogni probabilità, a chiedere agli alleati di assumersi maggiori responsabilità. Sebbene è molto probabile che l’Nss avanzi proposte sulla revisione della Nato, così come dell’Onu, come spiegato da H.R. McMaster: “America first non significa America alone”.
La National security strategy sarà comunque solo il primo di una serie di documenti strategici che permetteranno di capire la nuova postura internazionale americana. Dopo, arriveranno la National defense strategy, la Nuclear posture review, la National biodefense strategy e la Missile defense review, tutte attese nella prima parte del 2018.