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Esercito, Carabinieri e Consob, ecco le nomine del governo

Esercito

L’intesa è stata raggiunta ieri sera e, a meno di sorprese dell’ultimo minuto, il Consiglio dei ministri ratificherà le nomine dei prossimi vertici di Esercito, Carabinieri e Consob.

Se le indiscrezioni saranno confermate, sarà il generale Salvatore Farina (nella foto) a ricoprire il ruolo di capo di Stato maggiore dell’Esercito, prendendo il posto del generale Danilo Errico che, dopo la proroga, terminerà il proprio incarico a metà febbraio. Da marzo 2016, Farina è al comando dell’Allied Joint Force Command di Brunssum, in Olanda, uno dei due comandi strategici e operativi della Nato in Europa. Prima di arrivare a Brunssum, Farina (60 anni) è stato, a Roma, presidente del Comitato per l’implementazione del Libro Bianco per la Difesa, tema su cui da febbraio tornerà inevitabilmente a lavorare.

Alla guida dell’Arma arriverà, dal 15 gennaio, il generale Giovanni Nistri, ora al vertice del comando interregionale Ogaden dall’aprile 2016, con sede a Napoli. Nistri, 61 anni, prenderà il posto del generale Tullio Del Sette, comandante generale dei Carabinieri dal gennaio del 2015, anche lui già prorogato per un anno.

Per la Consob, la scelta del governo è ricaduta su Mario Nava, figura tecnica a cui sarà affidato il delicato compito di guidare la commissione che vigila sulle società quotate in Borsa. Nava, 51 anni, che succederà a Giuseppe Vegas, è direttore della Vigilanza del sistema finanziario e gestione crisi dell’Unione europea a Bruxelles, con una lunga esperienza nella Commissione all’interno degli staff tecnici sia di Romano Prodi, sia di Mario Monti.

Nonostante l’imminente fine della legislatura, vista soprattutto la delicatezza dei ruoli, il governo Gentiloni ha ritenuto opportuno evitare di optare per delle reggenze temporanee, e di lasciare così la decisione al prossimo esecutivo. L’intesa è stata per questo raggiunta dopo un lavoro di consultazione che ha interessato, oltre a Palazzo Chigi, anche il Quirinale e i diversi ministeri coinvolti (Difesa, Interno, Mef e Mise su tutti). Ciò comunque non sarebbe forse bastato per riuscire a chiudere le nomine prima di Natale senza un quadro di armonia bipartisan in cui si sono realizzate le scelte. Secondo quanto scrive Il Messaggero questa mattina, i nomi sarebbero frutto di un’intesa tra Pd e Forza Italia. Il coinvolgimento delle opposizioni è tra l’altro inevitabile soprattutto per la Consob, poiché per l’efficacia della nomina sarà necessario il parere della commissioni Finanza di Camera e Senato.



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