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Perché Gentiloni schiera i militari italiani in Niger, al fianco della Francia

La conferma è arrivata dal presidente del Consiglio mentre era a bordo della nave Etna della Marina Militare. L’Italia dirotta il suo interesse militare dalla missione in Iraq verso il Niger. “Il terrorismo è andato consolidandosi in questi anni nel Sahel, in Africa, ed è questo uno dei motivi per i quali – ha spiegato Paolo Gentiloni, (in foto), – una parte delle forze che sono state dispiegate in Iraq saranno dispiegate nei prossimi mesi in Niger, con una missione che avrà il ruolo di consolidare quel Paese, contrastare il traffico degli esseri umani e contrastare il terrorismo”. Si tratta, ha precisato il premier, di una proposta che il governo presenterà al Parlamento.

Il senso di questo nuovo impegno, già annunciato a margine del G5 Sahel svoltosi pochi giorni fa in Francia, è stato oggetto di una puntuale analisi svolta da Jean-Pierre Darnis dello Iai. “La nuova missione italiana in Niger – è la sua tesi – rappresenta per l’Italia l’idea di un interesse nazionale essenzialmente rivolto alla Libia ma che viene inserito nella visione francese, tedesca e statunitense di stabilizzazione dell’intera zona saheliana, con un connubio fra lotta al terrorismo, stabilità delle frontiere, contrasto all’emigrazione clandestina e sviluppo locale”. “Si tratta – aggiunge Darnis – di una mossa moto apprezzata a Parigi, che rinnova la solidarietà concreta tra i due Paesi aumentando anche il credito politico dell’Italia in un momento in cui la presidenza Macron prosegue spedita sia nella politica interna che nello scenario internazionale”. “Inserita nelle pieghe di fine legislatura – conclude l’esperto dell’Istituto Affari Internazionali – questa mossa da parte del governo Gentiloni può riverlarsi un vero colpo strategico che riavvicinerà Roma a Parigi e dunque anche a Berlino”.

Per il momento le opposizioni restano in silenzio. Non è affatto da escludere che una decisione così delicata, assunta alla vigilia dello scioglimento delle Camere, sia stata dal presidente del Consiglio comunicata (con esito positivo) ai leader del centrodestra e al Movimento 5 stelle. Diversamente, il rischio di una polemica politica sui nostri militari alla vigilia del voto sarebbe un pericoloso boomerang. Anche verso i partner europei (ed americani).

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