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Chi sale e chi scende negli ultimi sondaggi elettorali in vista delle politiche

Mentre Matteo Salvini parla di un confronto positivo con Silvio Berlusconi, “tranne che sul Milan”, la Lega perde terreno nei confronti di Forza Italia. Insieme al costante calo del Pd, è uno dei dati più significativi che emergono dall’ultimo sondaggio realizzato da Index Research. In vista delle politiche del 2018, la coalizione di centrodestra, secondo la rilevazione, supera ampiamente quella di centrosinistra, anche se il partito più votato, oggi, sarebbe il M5s. Dopo l’uscita di scena di Angelino Alfano e il dietrofront di Giuliano Pisapia, nelle recenti analisi compare per la prima volta Liberi e uguali, il contenitore della sinistra radicale guidato dal presidente del Senato, Pietro Grasso. Il sondaggio di Index, però, va oltre le politiche: per gli interpellati, lo scenario più probabile, dopo il voto col Rosatellum, è l’alleanza tra Berlusconi e Matteo Renzi per un governo di larghe intese.

IL CENTRODESTRA IN TESTA

L’istituto di ricerca presieduto da Natascia Turato ha analizzato le variazioni delle intenzioni di voto dal 30 novembre al 7 dicembre. Col 36,4%, in calo dello 0,2% rispetto a una settimana fa, il centrodestra si attesta come prima coalizione, forte della crescita di Forza Italia (dal 15,3% al 15,5%), ma indebolito dal calo dello 0,5% della Lega: il Carroccio passa dal 14,3% del 30 novembre al 13,8% del 7 dicembre. In lieve aumento, invece, Fratelli d’Italia, che dal 5,1% va al 5,3%. Gli altri partiti che potrebbero formare la cosiddetta quarta gamba del centrodestra alle elezioni, tra cui Energie per l’Italia, l’Udc e il Movimento animalista, oscillano tra l’1,9 e l’1,8%. Dietro i berlusconiani e i salviniani c’è il M5s che non farà apparentamenti. Col 27,5%, in crescita dello 0,2, i grillini staccano la coalizione di centrosinistra, ferma al 28,7% e in discesa rispetto al 29,2% registrato il 30 novembre. Pesa la scarsa percentuale attribuita al Pd che, secondo Index, sarebbe vicino al minimo storico: dal 24,3 al 24,1%. Alternativa popolare, con Alfano fuori dalle elezioni, passa dall’1,7% all’1,3%, ben al di sotto della soglia di sbarramento del Rosatellum, fissata al 3. Le altre anime del centrosinistra, dal Campo progressista ai Verdi, raggiungono invece il 3,3%. La new entry di Grasso, Liberi e uguali, passa dal 5,9% della settimana scorsa al 6,2% del 7 dicembre.

RENZI PRIMO TRA I LEADER

Se il Pd perde punti, il suo leader è sempre quello che gode di maggior fiducia tra gli italiani. Per Index, Renzi è al 25%, seguito da Berlusconi e Luigi Di Maio, appaiati al 21%. Salvini è lì, al 20%, ma rispetto a una settimana fa ha perso un punto percentuale. Stabile al 15% il presidente di Fdi, Giorgia Meloni. Stesso consenso per Grasso, che però è in crescita: dal 14 al 15%. Tra gli scenari del post voto, dopo il patto del Nazareno bis tra Renzi e Berlusconi dato al 7,6%, gli elettori col 7,4% ipotizzano un governo di centrodestra. Per il 6%, la nuova legge elettorale non consentirà di formare una maggioranza in grado di ottenere la fiducia. Morale: si tornerà a votare. Solo il 5,2% prevede un esecutivo di centrosinistra, mentre il 4,1% immagina il M5s a Palazzo Chigi. L’ipotesi meno concreta, per Index, è il governo tecnico, preso in considerazione dal 2,3% degli interpellati. L’istituto di ricerca, oltre alle questioni prettamente elettorali, ha rivolto ai suoi interlocutori un paio d’interrogativi comunque collegati alla politica. Uno sulla crisi economica, che per il 41,7% è in via di superamento. L’altro, invece, sulle banche. Domanda: lo Stato dovrebbe risarcire le vittime dei crac? Risposta più gettonata, col 62,4%: sì, ma solo chi dimostra di essere stato truffato.

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