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Venezuela, che cosa è successo al ribelle Óscar Pérez (che forse non è morto)

Grandi occhi verdi, pelle abbronzata e tanto carisma nel parlare. Ricorderete Óscar Pérez, il noto ex poliziotto (con un passato da attore, qui il ritratto completo pubblicato da Formiche.net) che aveva attaccato da solo alcuni palazzi governativi a Caracas ed era diventato il volto della ribellione militare contro l’esecutivo di Nicolás Maduro in Venezuela.

Ieri c’è stata un’operazione congiunta delle forze di polizia e militari per catturare l’ex ufficiale ribelle. Un attacco di guerra, con mitragliette, granate ed esplosioni, da quanto si può vedere nei video che circolano in rete.

LA VERSIONE DEL GOVERNO

Secondo Néstor Reverol, ministro dell’Interno, la Giustizia e la Pace del Venezuela, sono morti due poliziotti e “diversi criminali ribelli”: “I membri di questa cellula terroristica che hanno opposto resistenza sono stati uccisi e cinque (di loro) sono stati arrestati”. Reverol non ha confermato che il pilota è morto. “Le forze dell’ordine sono state attaccate a tradimento dagli assalitori – ha aggiunto – mentre erano in corso trattative per la loro consegna”.

I VIDEO DI PÉREZ 

Invece, sull’account Twitter di Óscar Pérez era stato diffuso un video in cui appare con il volto insanguinato: “Ci hanno attaccato con lanciagranate. Non volevano che ci arrendessimo, volevano ucciderci”, ha detto l’ex poliziotto. Ieri sera circolavano fotografie di un presunto cadavere di Pérez.

Un post condiviso da Oscar Perez (@equilibriogv) in data: Gen 15, 2018 at 5:06 PST

IL RACCONTO DEI COMPAGNI 

“Il corpo di Óscar Pérez, vivo o morto, è in questo momento sotto sequestro della dittatura del Venezuela”, ha detto alla Cnn in spagnolo Gregory, un ufficiale del movimento clandestino Soldados de Franela. Gregory, amico di Pérez, ritiene che il pilota sia morto. In un’intervista esclusiva concessa a Fernando del Rincón della Cnn, “El Capi”, membro del Movimento per l’Equilibrio Nazionale, ha affermato che – finché non si potrà vedere il corpo di Pérez – è impossibile confermarne la morte e ha aggiunto che l’attacco è stato causato da un infiltrato: “Óscar si è fidato di persone di cui non doveva fidarsi”.

Altri giornalisti venezuelani sostengono che l’oppositore si trova in questo momento nell’Ospedale Militare di Caracas ed è gravemente ferito. La Cnn ha riportato le dichiarazioni di una fonte del governo venezuelano confermando la morte di Pérez, ma in mancanza di un pronunciamento ufficiale l’emittente nordamericana ha detto che non può verificare l’informazione in maniera indipendente.

TRA RECITAZIONE E RESISTENZA 

Pérez, 37 anni, è (o era) un ex poliziotto con 15 anni di esperienza. È stato paracadutista, sub di combattimento, allenatore di cani poliziotti e pilota. È stato anche attore in film venezuelani ed era diventato una star dei social con alcuni video sulla tematica militare. Nel 2015 è stato protagonista e produttore del film di azione “Morte sospesa” nella quale criticava l’appoggio popolare ai delinquenti.

A livello internazionale Pérez è noto perché nel 2017 attaccò in elicottero alcuni palazzi, tra cui la sede del Tribunale Supremo di Giustizia. In un video postato su Instagram chiedeva ai venezuelani di ribellarsi contro il presidente Maduro. Per l’opposizione era una specie di “Messia”, per il governo semplicemente un “terrorista da eliminare”.

REPRESSIONE CONTRO LA CHIESA

Mentre il Paese era in sospeso per le sorti di Pérez, l’informatico Jésus Lara ha ricordato che la Polizia Scientifica ha arrestato ieri il vescovo di Barquisimeto, Antonio López Castillo, per insinuare che non dovrebbero morire i giovani ma altri. Contro il pastore il presidente Maduro ha chiesto che sia applicato tutto il peso della nuova Legge contro l’Odio. A Santo Domingo, Repubblica Dominicana, sono stati riavviati i negoziati tra l’opposizione e il governo di Maduro. Tuttavia, in queste ore il regime venezuelano sta mostrando (o almeno così sembra) il volto più duro della repressione.


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