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La Filarmonica romana per il centenario di Debussy

Tra le istituzioni musicali romane, l’Accademia Filarmonica è meno nota dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e opera con pochissime risorse, ma un pubblico fedele. Alla Filarmonica, si devono, poi, iniziative originali, innovative e di grande livello come il festival Prospettiva Debussy che si apre domenica 21 gennaio. È un viaggio nella musica pianistica e cameristica di Claude Debussy nel centenario della sua morte.

Claude-Achille Debussy è stato un pianista e compositore, considerato e celebrato in patria e nel mondo come uno dei più importanti musicisti francesi, nonché uno dei massimi protagonisti del simbolismo musicale. Debussy, come ci conferma Massimo Mila, viene anche giudicato come uno dei massimi esponenti dell’impressionismo musicale, anche se lo stesso compositore ne negò l’appartenenza, nonostante le chiare influenze simboliste di Verlainee e Mallarmé. Rudolf Réti ha, correttamente, dichiarato che l’impresa di Debussy fu la sintesi della “tonalità melodica” a base monofonica con le armonie, sebbene diverse da quelle della “tonalità armonica”.

Prospettiva Debussy è un progetto dell’Accademia Filarmonica Romana, in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e i suoi corsi di perfezionamento, da cui provengono gli interpreti giovani e di promettente carriera che ascolteremo in questi sei concerti (la domenica alla Sala Casella, via Flaminia 118, ore 17.30), la rassegna proseguirà fino al 22 aprile e offrirà al pubblico una panoramica pressoché esaustiva della importante produzione cameristica, per pianoforte solo e duo pianistico, comprese anche alcune delle liriche più famose, del compositore francese.

“Claude Debussy è stato forse il compositore che prima di ogni altro ha segnato il passaggio dal mondo musicale dell’Ottocento a quello della modernità, aprendo le porte alla grande stagione delle avanguardie storiche del Novecento – spiega Matteo D’Amico direttore artistico della Filarmonica Romana -. “Nell’anno in cui ricorre il centenario della sua scomparsa, è quanto mai doveroso ricordarne l’opera, stimolando le giovani generazioni di musicisti e di ascoltatori ad approfondire il repertorio delle sue composizioni pianistiche e cameristiche, che sono senz’altro la parte fondativa del suo stile, del suo linguaggio e del suo mondo poetico. Prendendo idealmente il testimone dalla recente conclusione del ciclo biennale dedicato alle Sonate per pianoforte di Beethoven, che ha visto protagonisti dodici pianisti in rappresentanza della rigogliosa fioritura in atto tra le giovani generazioni di interpreti italiani, anche questo ciclo si affida completamente ai migliori talenti emergenti nel campo della musica pianistica e da camera, facendo leva su quell’efficientissimo laboratorio permanente rappresentato dai corsi di perfezionamento dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Un ringraziamento particolare, in questo senso, va a Benedetto Lupo e Carlo Fabiano, che in special modo hanno contribuito alla realizzazione del progetto”.

Ad inaugurare il ciclo domenica 21, saranno i due pianisti Maddalena Giacopuzzi, veronese classe 1991, che nel 2017 ha conseguito il diploma del corso di perfezionamento all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e vincitrice di una borsa di studio per la Music Academy of the West a Santa Barbara, e Axel Trolese, non ancora ventunenne, già vincitore nel 2015 del Premio Alfredo Casella al 32° Concorso pianistico “Premio Venezia”, attualmente iscritto ai corsi di perfezionamento di Santa Cecilia e al master del Conservatoire National Supérieur di Parigi di Denis Pascal, che proprio a Debussy ha dedicato la sua prima incisione discografica (The Late Debussy: Études & Épigraphes antiques) che ha raccolto lodevoli consensi della critica musicale. I due saranno impegnati in alcune delle più significative e celebri pagine pianistiche: Deux Arabesques, Rêverie, Suite bergamasque e Douze Études.

Gli altri concerti in programma saranno il 4 febbraio (Alice Cortegiani clarinetto e il Trio Dmitrij), il 18 febbraio (Leonardo Pierdomenico e Francesco Granata pianoforte), il 25 febbraio (Chiara Osella mezzosoprano e i pianisti Costanza Principe e Gesualdo Coggi), l’8 aprile (Alberto Idà e Federico Nicoletta al pianoforte), e il 22 aprile con il Quartetto Henao che al Quartetto per archi di Debussy affiancherà quello di Maurice Ravel in fa maggiore.

Programma completo su www.filarmonicaromana.org

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