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Berlusconi (ri)scopre l’Europa e l’importanza della Difesa. E su Nato e Russia…

Berlusconi

La “missione” di Silvio Berlusconi a Bruxelles rientra in una strategia di (ri)accreditamento del leader di Forza Italia presso le istituzioni europee. Il ruolo di Antonio Tajani è cruciale e da mesi ormai anche l’establishment tedesco legato alla Merkel sembra non nutrire più dubbi circa l’affidabilità dell’ex presidente del Consiglio. Nella sua tappa nella capitale della Ue il fondatore della coalizione di centrodestra ha sottolineato “l’essenzialità dell’esistenza dell’Unione europea”. Questo è “per noi un convincimento profondo, molto importante che viene – ha continuato Berlusconi – soprattutto da me, un ragazzo della guerra che da 50 anni ha vissuto sotto l’angoscia della guerra fredda, e che è riuscito nel 2002 a fare entrare la Federazione russa nella Nato”. Qui, l’amicizia verso gli Stati Uniti e verso Putin gli fa fare un passo falso. Nel 2002, in effetti, fu stabilito il Consiglio di partenariato Nato-Russia, ma non un ingresso di Mosca nell’Alleanza atlantica.

Eppure il contesto politico internazionale resta la cornice ideale per definire l’identità europea. Il leader di Forza Italia ha detto infatti di credere “assolutamente all’Unione europea come fatto fondamentale perché, dopo le grandi guerre terribili e micidiali della prima parte del secolo scorso, l’Europa ci ha dato 70 anni di pace. Bisogna continuare con l’Europa per la pace”. In secondo luogo, ha aggiunto Berlusconi, “su quelle frontiere dove i nostri ragazzi si erano scontrati in modo terribile noi passiamo oggi senza formalità amministrative e passano i nostri capitali e le nostre merci”. “Per questo l’Europa è per noi imprescindibile. Speriamo – ha osservato il leader di Forza Italia – che possa tornare su binari stabiliti dai padri fondatori, come De Gasperi, Schuman, Adenauer, che ho letto in questi giorni. L’Europa doveva essere faro di civiltà e democrazia in tutto il mondo, e questo dobbiamo dire che non è”. Secondo Berlusconi “occorre che si rafforzi, che vi siano una politica estera comune e una politica di difesa comune; questo – ha sottolineato – porterebbe a tutti noi un risparmio di molti miliardi di euro, ma soprattutto farebbe diventare l’Europa ciò che oggi non è: una potenza mondiale, capace di al tavolo con le altre potenze militari mondiali e di avere quindi un ruolo importantissimo nel futuro del mondo”.

Al netto della gaffe, lapsus freudiano?, sul rapporto Nato-Russia, l’Italia e l’Europa (ri)scoprono un leader che si sottrae alla retorica anti-europea e colloca inevitabilmente il centrodestra in una posizione ben diversa da quella che la Le Pen aveva indicato in una intervista al Corriere della Sera dove aveva spiegato il ruolo di Salvini nel guidare una coalizione contro l’Europa. Oggi è arrivata una smentita importante che aggiunge però un dato significativo: la consapevolezza della centralità del tema della difesa. Su questo, sul ruolo della Nato e delle relazioni transatlantiche si gioca un pezzo di credibilità fondamentale per il Paese. E non sottovalutiamo che nel programma del centrodestra è previsto di aumentare le spese per la Difesa (non si cita il 2% ma si indica chiaramente la crescita degli investimenti in ambiti Nato). Scusate se è poco.



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