Preti in carcere per le parole pronunciate nell’omelia. È questa la nuova modalità di repressione del regime del presidente Nicolás Maduro in Venezuela. La Conferenza Episcopale Venezuelana è diventata una delle voci più dure contro il governo socialista. Non è rimasta in silenzio, nonostante le minacce, e ha denunciato la persecuzione da parte delle forze del chavismo contro tutti i dissidenti, inclusi i membri della Chiesa cattolica.
“DIAVOLI IN SOTTANA”
In un comunicato ufficiale, la Conferenza Episcopale del Venezuela ha spiegato come “il governo, con la Legge contro l’odio e l’intolleranza, creata dall’Assemblea Costituente, criminalizza qualsiasi manifestazione contraria”. Maduro ha ordinato, infatti, un’inchiesta – e l’arresto preventivo per qualche ora – dell’arcivescovo di Barquisimeto, Antonio López Castillo, e del vescovo di San Felipe, Hugo Basabe. Vuole applicare la Legge contro l’odio dopo le omelie in cui i preti criticarono la corruzione e la fame nel Paese. “Vogliamo cibo, fuori i corrotti”, aveva detto il vescovo Basabe. Il presidente venezuelano ha detto che sacerdoti e vescovi, critici contro il governo, sono “diavoli con la sottana che cercano di provocare confronti tra i venezuelani […] portano in Chiesa malizia, veleno, odio e perversità”.
LE PAROLE DI HUGO CHÁVEZ
Hugo Chávez era credente, ma aveva rivisitato l’immagine di Cristo. Secondo lui, il figlio di dio era comunista e socialista. Indimenticabili le parole pronunciate nel 2003, a proposito della morte del cardinale Ignacio Velazco, uno dei critici più duri contro il presidente Chávez: “Ci vediamo nell’inferno, monsignore”. Incitati da Chávez, molti sostenitori del chavismo hanno lanciato pietre contro il feretro del sacerdote nella Piazza Bolívar di Caracas.
LA REAZIONE DELL’EPISCOPATO
Il presidente della Conferenza Episcopale Venezuelana, José Luis Azuaje, ha detto che la Chiesa in Venezuela non rimarrà inerme davanti alla minaccia di Maduro: “Noi semplicemente diciamo che cosa sta succedendo nel Paese alle organizzazioni competenti. Se non vogliono dibattere, lo diciamo pubblicamente, perché la situazione si possa correggere, perché si cambino i modelli delle politiche pubbliche”.
La Chiesa ha emesso un comunicato nel quale sostiene che l’applicazione della Legge contro l’odio a López Castillo e Basabe è la “prova che la normativa è concepita per criminalizzare a tutti quelli che provocano malessere al governo […]. I vescovi resteranno uniti, lavorando a favore del popolo e con il popolo. Siamo solidali con i nostri fratelli Antonio López Castillo e Víctor Hugo Basabe, con le loro parrocchie in Barquisimeto y San Felipe. Potranno sempre contare su tutta la Chiesa”.
LA REAZIONE DEL GOVERNO AMERICANO
Venerdì scorso, Nikki Haley, ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, criticò le parole di Maduro contro la Chiesa: “Mettendo nel mirino i leader religiosi, che promuovono la pace e offrono speranza ai credenti, il regime venezuelano dimostra che si preoccupa soltanto di preservare il proprio potere”.