Il segretario del Pd Matteo Renzi sarà candidato, come annunciato, nel collegio uninominale di Firenze al Senato e in due listini plurinominali, in Campania e Umbria. Maria Elena Boschi sarà in lista nel collegio uninominale di Bolzano alla Camera.
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni sarà impegnato nel collegio uninominale Roma 1 per la Camera dei Deputati e in due listini proporzionali nelle Marche e in Sicilia.
A Roma 2 ci sarà Marianna Madia, mentre Matteo Orfini sarà a Torre Angela. Confermata la candidatura di Pier Carlo Padoan a Siena e quella di Marco Minniti a Pesaro.
Pier Ferdinando Casini correrà nel collegio uninominale di Bologna per il Senato, mentre Emma Bonino sarà schierata a Roma, per il Senato.
In Emilia saranno in lista anche Dario Franceschini a Ferrara (Camera), a Reggio Emilia Graziano Delrio (Camera) e a Ferrara Senato Sandra Zampa.
Beatrice Lorenzin sarà candidata alla Camera nel collegio di Modena, mentre Valeria Fedeli al Senato nel collegio di Pisa. Correrà a Nardò invece Teresa Bellanova.
Lucia Annibali correrà a Parma, Riccardo Nencini nel difficile collegio di Arezzo, Benedetto Della Vedova a Prato. Gianni Cuperlo a Sassuolo, Gianni Pittella a Potenza.
Saranno candidati Beppe Fioroni, Cesare Damiano, Barbara Pollastrini, che in un primo momento erano stati esclusi. Resta fuori il coordinatore di Dem Andrea Martella. È in lista anche l’ex presidente della Basilicata Vito De Filippo. Torna in Parlamento il costituzionalista Stefano Ceccanti e tra le new entry c’è il portavoce di Gentiloni (e già di Renzi), Filippo Sensi.
In Campania sarà candidato Giuseppe De Mita, nipote di Ciriaco, ma anche Franco Alfieri, ex sindaco di Agropoli che era finito nella bufera per aver suggerito di offrire “fritture” per la campagna elettorale per il referendum.
LA DEVASTAZIONE DI RENZI
”Questa è una delle esperienze peggiori, una delle esperienze più devastanti dal punto di vista personale. Il lavoro che abbiamo fatto sulle liste ci ha visto mettere il cuore e questo vuol dire conoscere l’amarezza per chi è rimasto fuori. Da domani mattina dobbiamo fare una grande battaglia perché la squadra avversaria è impegnativa e forte ma meno forte di noi”. Il segretario del Pd si presenta così dopo una lunga nottata piena di tensioni per la definizione delle candidature. Al termine della direzione dove si sono registrati momenti di particolare tensione, Matteo Renzi ha voluto spiegare che “il passaggio della composizione delle liste è sempre difficile. La legge elettorale ha degli effetti positivi, ma la decisione delle liste è un meccanismo veramente complicato. Dopo 48 ore di lavoro o più dico che altri sistemi elettorali permettevano scelte più semplici”.
“C’è – ha detto l’ex premier – un sentimento molto contrastante nel cuore di tutti di noi e nel mio perché agli occhi esterni è evidente lo spazio di possibilità che si apre. Mai come in questo momento, c’è un’occasione straordinaria che torna a bussare alle nostre porte. Le divisioni che avevamo immaginato nel centrodestra stanno diventando realtà e questo è un segno positivo per la nostra campagna elettorale, fotografato anche da alcuni dati di recupero dei sondaggi. Migliaia di persone si stanno avvicinando”.