I migranti, in Germania, continuano a essere l’ago della bilancia per la formazione di un governo. Il ricongiungimento familiare per i rifugiati non riesce a far riunificare cristiani e socialdemocratici. Il fedelissimo di Merkel e capogruppo dell’Unione al Bundestag Volker Kauders, e Andrea Nahles, capogruppo parlamentare dell’Spd, si sono incontrati per discutere, con pochi altri, di come risolvere l’impasse. E la cosa curiosa è che le interpretazioni date dai due gruppi parlamentari sull’esito del dialogo sono diverse e contrastanti. Ecco quali sono e cosa riguardano nel particolare.
IL NODO
Seppure non se ne sia parlato così tanto questa presa di decisione era urgente. E non solo perché è ancora necessario completare i negoziati per la costruzione di una nuova grande coalizione – in cui il ricongiungimento familiare pesa parecchio -, ma anche per un nodo giuridico non da poco. A metà marzo sarebbe scaduta la sospensione del ricongiungimento familiare e quindi era giocoforza necessaria l’adozione di una nuova legge, soprattutto dal punto di vista dell’Unione. E l’accordo è stato trovato, nonostante Cdu/Csu e l’Spd non abbiano ancora un accordo di coalizione e quindi non ci sia ancora una nuova GroKo. I due gruppi politici, però, hanno votato insieme, ratificando così il primo vero voto da compagni di squadra. “La CSU mantiene la parola”, ha sottolineato il segretario generale della CSU, Andreas Scheuer. Alexander Dobrindt, capo del gruppo regionale della CSU, ha dichiarato: “Con il nuovo regolamento il diritto al ricongiungimento familiare per le protezioni sussidiarie è stato finalmente abolito”.
GORDIANO
Il nodo è stato però sciolto grazie a un emendamento del Aufenthalt Gesetzes (Legge sulla Residenza) di sole 16 righe. Alla tedesca insomma. E queste, a grandi linee, stabiliscono che il ricongiungimento familiare è sospeso fino al 31 luglio prossimo per le persone che beneficiano dello status di protezione sussidiaria, quindi di chi gode di tale protezione perché rischia, ma non ha già subito come chi detiene lo status di rifugiato, di ricevere un danno grave se rimpatriato. Dal primo agosto in poi non ci sarà più un generale diritto al ricongiungimento familiare ma questo può essere garantito per “ragioni umanitarie” per un totale di 1000 persone al mese. E per familiari si intendono: coniugi, figli non sposati e genitori di figli minori.
AL CONTRARIO
Da una parte la sospensione reiterata, dall’altra l’apertura concessa. I politici dell’Unione si fanno merito del primo traguardo mentre quelli socialdemocratici del secondo. Il ricongiungimento familiare con i migranti con protezione sussidiaria continuerà a essere sospeso, e dunque le aperture verso – potenzialmente migliaia – di rifugiati saranno solo un’eccezione. I politici dell’Spd stanno invece congratulandosi con la rinnovata politica di ricongiungimento familiare che però, in realtà, riguarda solo un numero modesto di persone. Nel 2017, infatti, solo a poche dozzine di migranti è stato concesso il permesso per il ricongiungimento con familiari protetti dallo status di protezione sussidiaria. Tutta una questione di prospettiva e, in questo caso, anche di principio più che di pratica.