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L’Ouverture spirituale e la musica contemporanea a Salisburgo

salisburgo

Il 20 Luglio, Kent Nagano inaugurerà il Festival estivo di Salisburgo alla guida della sua Orchestra Sinfonica di Monréal con la Passione Secondo San Luca di Krysztov Penderereki, di cui ebbi la fortuna di ascoltare, quando vivevo negli Stati Uniti, una esecuzione (diretta dall’autore), al Kennedy Center di Washington.

Ogni estate il Festival di Salisburgo è introdotto da una decina di giorni di musica spirituale, non necessariamente sacra o cattolica ma di varie religioni e confessioni purché diretta verso l’Alto e caratterizzata da contenuti attinenti alla trascendenza. Nagano è spesso ospite del Festival. Questa estate tornerà al Festival a metà agosto per dirigere Le Bassadiri di Henze, di cui diresse la prima mondiale nel 1966. In passato, ha diretto, tra l’altro, Oedipus Rex e Symphony of Psalms di Stravinsky, Saint François d’Assise e La Transfiguration de Notre Seigneur Jésus-Christ di Messiaen, Die Gezeichneten di Schreker, Der König Kandaules di Zemlinski, L’amour de loin di Saariaho e Lux Aeterna di Ligeti. Tutti spettacoli che hanno fatto epoca. Numerosi in prima mondiale.

Gli ho posto alcune domande sul suo lavoro a Salisburgo.

Inizia, Maestro, la Ouverture Spirituale del Festival di Salisburgo con la Passione Secondo San Luca di Krysztov Penderereki. Ci può descrivere questo opera?

Questo lavoro ha debuttato nel 1966 a Münster. Allora vivevo negli Stati Uniti, dove lo considerammo un grande avvenimento. La chiamammo ‘nuova musica’ perché combinava un innovativo idioma musicale con la struttura formale di un oratorio. Ad oggi non ha perso nessuna di queste caratteristiche.

Cosa rende speciale l’Orchestra Sinfonica di Monréal (Osm)?

Come altre orchestre del Nord America ha una capacità tecnica eccezionale che la mette in grado di eseguire qualsiasi cosa il direttore e gran parte dei compositori viventi hanno nella loro immaginazione. La Osm rispecchia gli aspetti più provocatovi della tradizione esecutiva del ‘Nuovo Mondo’ ed in particolare quella del Quebec, la regione del Nord America dove arrivarono i primi europei. Il Quebec non ha mai interrotto i legami con la cultura europea e ne mantiene la sensibilità ; è quindi molto adatta alla musica europea del XXI secolo. È anche l’unica regione del Nord America in cui si parlano differenti lingue: Quindi quando si ascolta la OSM si ha davvero un’esperienza unica poiché la sua estetica riflette contemporaneamente quella europea ed americana.

Cosa, a suo parere, rende speciale la musica di Henze di proporrà Le Bassaridi?

Le vette a cui è arrivato Henze e la sua prolifica produzione sono davvero speciali. È un’estetica del tutto differente dalle avanguardie di Pierre Boulez, Karlheinz Stockhausen and Luigi Nono perché immersa nella tradizione musicale europea. Ha composto in una vasta gamma di forme della sintassi tradizionale europea: sinfonie, composto in una vasta gamma di forme della sintassi tradizionale europea: sinfonie, opere, musica di camera, musica per solisti. Henze ha sviluppato un linguaggio musicale personale indipendente dalle tendenze prevalenti. Al centro del suo lavoro c’è la sua visione politica e sociale e la sua polemica con le ideologie del capitalismo occidentale, specialmente nei suoi lavori per il teatro come “The Raft of the Medusa”, “Tristan” or “We come to the River”, per citarne solo alcune. Ma anche tramite le sue iniziative di lunga durata come il “Cantiere Internazionale d’Arte” di Montepulciano e successivamente la ‘Biennale di Monaco’ per il nuovo teatro in musica. L’opera Le Bassaridi, tratta da Euripide e commissionata dal Festival di Salisburgo alla metà degli Anni Sessanta riflette un periodo di grandi conflitti sociali ed internazionali e rispecchia in particolare il cambiamento delle strutture sociali in Germania, in Europa e nel resto del mondo. Il disegno musicale di Henze mostra una passione furiosa per il movimento ed una grande forza esistenziale. E’ senza dubbio uno dei capolavori più importanti della seconda metà del Ventesimo Secolo.

Krzysztof Warlikowski, che collaborazione ha con questo regista a cui è affidato l’allestimento de Le Bassaridi?

Ho lavorato con lui una volta sola, a Monaco per una produzione di Eugene Onegin di Tchaikovsky. Ne ho grande stima e lo considero un regista coraggioso, analitico e pieno di immaginazione ; cerca di rendere il contenuto più profondo delle opere che mette in scena. L’opera verrà allestita nella Felsenreitschule (l’antica scuola di equitazione del Principe Cardinale) , uno spazio unico scavato nella montagna ; permette diverse prospettive ed aumenta l’attenzione per lo spettacolo. La Felsenreitschule crea un’atmosfera special e tensioni tra il pubblico e gli interpreti, un contrappunto quasi ai nostri tempi.

Avverte cambiamenti nella percezione della musica moderna e contemporanea?

Anche se siamo nel Ventunesimo secolo solo da 18 anni, per il pubblico di oggi la musica del Ventesimo secolo (allora associata con avanguardia, sperimentalismo e simili esperienze), oggi è considerata come parte di una ricca tradizione che affonda le proprie radici nei secoli precedenti. Oggi i repertori includono capolavori del Ventesimo secolo che solo 50 anni fa venivano considerati controversi.

(Foto: © Felix Broede)



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