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​Mattarella non è l’unico fantasma che agita i sonni di Di Maio (vedi Lannutti)

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Cosa farà Mattarella? È vero che il Capo dello Stato vuole fare il suo, di governo? Nella giornata molti dubbi, alimentate da voci incontrollate, hanno animato i capannelli degli eletti nelle fila di Lega e 5S. I volti e le parole di Salvini e Di Maio sembravano aver sgombrato il campo dalle paure. Poi, poco dopo, in serata, la gelata. Il Presidente consulterà (ancora) i presidenti di Camera e Senato. E ancora la ridda di domande sintetizzabili in una sola: “Perché?”. Nessuno è autorizzato a leggere nei pensieri di Mattarella o di giudicarne le intenzioni. Cercare sempre il complotto è fuorviante di natura. Il punto, per quel che appare, è che la situazione in queste lunghe settimane si è ingarbugliata oltremodo ed il Quirinale non vuole limitarsi a registrare supinamente le mosse, non sempre smart, dei due leader politici. Coinvolgere tutti i vertici istituzionali e guadagnare qualche altra ora – con la speranza che trascorra senza danni – deve essere sembrata una idea giusta, e comunque corretta sul piano costituzionale.

Alla coppia gialloverde non preoccupa più di tanto quel che è il percorso scelto da Mattarella. Ad essere temuta – soprattutto lato Di Maio – è la tenuta dei gruppi parlamentari. Il contratto ed anche i pilastri dell’intesa sulla squadra di governo vedrebbero un chiaro vantaggio di Salvini che ha saputo negoziare magistralmente. I pentastellati sono nervosi. Il fatto che Di Maio non sarà premier li indebolisce molto e non saranno i ministeri a risarcire l’immagine di una battaglia perduta. Tutto questo poi va ad aggiungersi con le “prerogative” costituzionali di Mattarella. Una sorta di impropria ingerenza per molti pentastellati.

Cosa pensa poi Beppe Grillo? In pubblico dispensa benedizioni ma si dice ribolla. E sapere del legame (professionale) fra il quasi premier Conte e Maria Elena Boschi pare stia facendo sudare freddo più d’uno nel suo entourage. D’altronde un fedelissimo del comico genovese è il senatore Elio Lannutti. Proprio oggi il neo parlamentare 5S ha affidato a Facebook il suo pensiero. Senza peli sulla lingua, come sempre. ​”Governo M5S-Lega: cambiamento o restaurazione? Leggo nomi estranei a principi e valori, cariatidi, lestofanti del potere marcio e corrotto, legati a cricche, combriccole, faccendieri, logge coperte, grembiulini, pseudo Autorità e manutengoli del potere che ho combattuto per oltre 30 anni. Spero di sbagliarmi, ma se così fosse, sarebbe una tragedia ed il tradimento di un sogno”. ​

Lannutti non le manda a dire e fa nomi e cognomi. “Massolo: ma cosa c’entra questo signore che guida Fincantieri svenduta a Macron, coi valori del M5S?” si chiede​, per poi aggiungere​: “Matteo Renzi prende in giro il M5S per Giuseppe Conte: ‘È un amico di Maria Elena Boschi’. Mi continuerò a battere fino all’ultimo per Luigi Di Maio premier”. Battaglia persa. E ora? Il senatore – e non deputato, differenza rilevante visto che la maggioranza a palazzo Madama è risicatissima – voterà la fiducia al nuovo governo, quando ci sarà. Ma dopo? Quanto potrà reggere? E gli altri colleghi “puri” del Movimento per quanto potranno stringere i denti?

Le parole di Lannutti gettano un’ombra lunga sulla durata dell’esperimento di governo. L’unico a godere resta Matteo Salvini. Comunque vada, a lui va bene.

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