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Trump mette d’accordo Merkel e Putin. Ok ai caschi blu nel Donbass (Ucraina)

Di Ferruccio Michelin
merkel

“Sono state studiate le questioni riguardanti la creazione di una missione Onu per la protezione degli osservatori dell’Osce” in Ucraina, riporta questo il Cremlino nella nota stampa di commento alla telefonata tra il presidente russo Vladimir Putin e l’omologa tedesca Angela Merkel.

Il contatto telefonico è arrivato a poche ore dalla chiusura si una riunione del Formato Normandia, il quartetto diplomatico composto da Russia, Germania, Francia e Ucraina, che monitora la situazione del Donbass – innescata dall’annessione russa della Crimea – e cerca di implementare il percorso diplomatico, teoricamente tracciato tre anni fa dagli accordi di Minsk, ma ancora bloccato per il perdurare del conflitto (negli ultimi giorni i militari ucraini sono finiti 55 volte sotto i colpi delle armi che la Russia si pensa abbia fornito ai separatisti: in 15 occasioni, nell’area della provincia indipendentista di Donetsk, sarebbero stati sparati colpi di artiglieria pesante da 152mm).

L’invio di forze onusiane era stato pubblicamente proposto già dal delegato della Casa Bianca per la crisi ucraina, Kurt Volker, che aveva parlato di una disponibilità offerta già da altri paesi. Dopo l’incontro del Formato, ieri, anche le segreterie di Parigi e Berlino avevano fatto sapere di essere d’accordo sull’invio di Caschi Blu in accordo con quanto proposto dal presidente ucraino Petro Poroshenko – il Cremlino dice che Merkel ha telefonato a Putin per aggiornarlo del trilaterale.

Gli europei, per prima la Germania, non parlano della proposta uscita da Washington – ma Volker farà segnare la presenza statunitense sul dossier con una visita a Kiev lunedì 14 maggio – forse anche perché in questo momento c’è un certo nervosismo che segna la distanza tra Stati Uniti ed Europa. Molto è legato all’uscita trumpiana dal deal con l’Iran, su cui l’Ue ha detto invece di continuare a credere: una mossa che potrebbe aver ravvicinato invece Russia e Germania ed è stata al centro della telefonata tra i due leader.

Il neo-ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, che nei giorni scorsi aveva detto di veder crepe nelle relazioni transatlantiche, giovedì era a Mosca, dove ha incontrato il collega Sergei Lavrov, e lo ha invitato a partecipare direttamente alla prossima riunione del Formato, così da riprendere in mano la questione ucraina con serietà. Lavrov ha fatto sapere di aver accettato la richiesta di Maas (noto per aver avuto, prima della nomina, un atteggiamento molto critico nei confronti della Russia).

Dietro a certe moine diplomatiche c’è da leggere anche gli interessi: Lavrov, parlando in conferenza stampa al fianco di Maas, ha detto che non vede il motivo perché il transito di gas russo verso l’Europa debba continuare a passare per l’Ucraina se verrà costruito il gasdotto Nord Stream 2 (che passerà per la Germania). Lavrov è un politico esperto, e si riferiva alle parole spese dalla Cancelliera Merkel una mesata fa, quando aveva dichiarato che il futuro del Nord Stream non sarebbe potuto andare avanti “senza chiarezza” sul ruolo ucraino.

Lavrov dice: non vediamo la necessità, se non per fini politici, di mantenere il flusso attraverso l’Ucraina se Nord Stream 2 permetterà di aumentare i transiti da nord – ma se l’Ucraina perde il suo ruolo nei passaggi di gas, perde anche la gran parte della sua forza negoziale davanti a Mosca, oltre che miliardi in tasse di transito.

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