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Giulia Grillo, il ministro pro-vaccini (moderata sull’obbligatorietà)

Non quanto il ministero dell’Economia, ma anche quello della Salute rappresenta un dicastero “sensibile” per il governo gialloverde appena composto. A dirigerlo ci sarà Giulia Grillo, nuovo ministro a 5 Stelle. Siciliana, medico chirurgo specializzato in medicina legale, Grillo esprime una posizione, rispetto a quelle manifestate da altri militanti del Movimento, più equilibrata in particolare su uno dei punti bollenti degli ultimi tempi, ovvero quello dei vaccini.

Intervistata a marzo da Sanità informazione ha dichiarato che sul caso delle vaccinazioni “la posizione del Movimento è quella espressa nella proposta di legge che abbiamo depositato tempo fa al Senato. Era una proposta che fotografava la situazione precedente all’approvazione dell’obbligo, con specifiche ulteriori che in parte sono presenti nel decreto Lorenzin. Una riguardava le anagrafi vaccinali; la seconda era una migliore e più serrata farmaco-vigilanza; la terza, che poi non c’è nel decreto Lorenzin, è una massiccia formazione dei genitori. C’è inoltre una clausola di emergenza e salvaguardia che prevede la possibilità di rendere l’obbligatorietà più vincolante nel momento in cui ci sono situazioni evidenti come il caso del morbillo, in cui si è sicuramente verificato un aumento dei casi di contagio e dunque era giusto intervenire con una misura coercitiva (ed anzi, sarebbe stato meglio estenderla anche all’età adulta), e del calo vaccinale”.

La sua posizione, dunque, già prima di essere nominata ministro, era chiara: pro-vaccini e obbligatorietà purché ci siano riscontri di emergenza, come quella iniziata nel 2017 con il morbillo, effettivamente malattia molto pericolosa. Nessuna dichiarazione pubblica riguardo l’eliminazione dell’obbligo di vaccinarsi per legge.

La vera differenza che si nota rispetto al decreto della precedente legislatura è di approccio nell’informazione. Giulia Grillo, attualmente anche capogruppo alla Camera per il M5S, sul suo blog in un post del giugno 2017 dal titolo “Vaccini, fermeremo il decreto Lorenzin” aveva scritto: “Noi riteniamo i vaccini fondamentali nella prevenzione delle malattie e il nostro obiettivo è garantire la massima copertura vaccinale nel Paese. Come raggiungere questo obiettivo? Il decreto Lorenzin punta tutto sulla coercizione, esponendosi al rischio, pericolosissimo, di ottenere l’effetto contrario”.

La critica all’ex ministro della Salute riguarda quindi i modi con cui è stato affrontato il tema. L’informazione ai genitori innanzitutto per aiutarli a capire ed essere consapevoli, perché, a suo dire, “obbligando i genitori non è che li abbiamo convinti”.

Durante tutta la scorsa legislatura è stata membro della Commissione Affari sociali e Sanità, e le sue idee, scritte sul contratto gialloverde, riguardano anche: ridurre le disuguaglianze di cura e assistenza, rifinanziare la sanità pubblica, contrasto alle logiche clientelari e antimeritocratiche (sganciando la sanità dalle ingerenze della politica), abolire il ticket sui farmaci, abbattere le liste d’attesa.

Ma adesso gli occhi sono tutti puntati sulla scelta o meno di intervenire sul decreto vaccini, come dimostrano anche i numerosi messaggi contro l’obbligo delle vaccinazioni ricevuti dal neo ministro sulla sua pagina Facebook.

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