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Oltre Gerusalemme, così Kushner e Netanyahu lavorano al piano di pace

Stati Uniti kushner

Jared Kushner senior advisor del Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump, è arrivato in Israele insieme a Jason Greenblatt, Rappresentante per i Negoziati Internazionali e inviato speciale per la promozione del piano di pace israelopalestinese a cui sta lavorando l’amministrazione statunitense. L’incontro che si tiene oggi con Netanyahu e i principali esponenti della politica israeliana chiude il ciclo di incontri tra l’amministrazione americana e vari partner della regione, ai quali è stato presentato il piano di pace per il Medio Oriente. Giordania, Egitto, Arabia Saudita e Qatar si sono infatti confrontati nei giorni scorsi con i rappresentanti per il Medio Oriente dell’amministrazione Trump sulla questione.

NETANYAHU AD AMMAN

Solo pochi giorni fa il re giordano Abdullah II ha ricevuto il Premier Israeliano Netanyahu ad Amman. L’incontro ha segnato ufficialmente la ripresa delle relazioni positive tra i due stati dopo l’uccisione di due cittadini giordani da parte di una guarda dell’ambasciata israeliana ad Amman, circa tre mesi fa. I due hanno discusso del piano di pace palestinese, concordando la necessità della creazione di uno stato palestinese a fianco di quello ebraico, una condizione che potrebbe facilmente essere contenuta anche nel piano elaborato dall’amministrazione americana. Netanyahu, in tale occasione, ha ribadito l’intenzione di Israele a mantenere lo status quo nei luoghi santi di Gerusalemme, di cui quelli islamici controllati dalla Waqf giordana.

IL PIANO DI TRUMP

I dettagli del piano dovrebbero emergere pubblicamente entro l’estate, anche se sembrano emergere delle linee guida dalle dichiarazioni dei rappresentanti politici. In primo luogo, oltre alla presentazione del piano, il “peace team” di Trump avrebbe chiesto l’aiuto dei leader incontrati nei giorni passati per ristabilire un contatto con l’Autorità Palestinese, che dopo lo spostamento dell’ambasciata statunitense a Gerusalemme non sembra voler dialogare più con Washington. Il Leader egiziano Abdel Fattah el-Sisi ha detto alla delegazione americana di voler appoggiare una soluzione due stati, dove al neonato stato Palestinese fosse garantita Gerusalemme est come capitale. Nell’ultimo mese, invece, i media israeliani hanno riportato la notizia di una proposta alternativa appoggiata dall’Arabia Saudita, dove si propone Abu Dis (un sobborgo di Gerusalemme ad est della barriera di sicurezza israeliana) come futura capitale palestinese. Oltre alla questione riguardante lo status di Gerusalemme, Kushner e Greenblatt avrebbero in serbo un piano per rilanciare gli aiuti finanziari destinati a Gaza, in particolare nel settore idrico ed energetico.

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