Ancora una volta Pechino corre ai ripari delle finanze disastrate del governo di Nicolás Maduro. Il governo di Xi Jinping ha approvato un prestito di circa cinque miliardi di dollari per la riforma del settore petrolifero in Venezuela. L’obiettivo: sostenere lo Stato venezuelano nella ripresa di produzione del greggio.
Il ministro dell’Economia e le Finanze venezuelano, Simón Zerpa, ha confermato il salvataggio, aggiungendo che nelle prossime settimane i due Paesi firmeranno nuovi accordi di finanziamento i lavori della statale petrolifera Petróleos de Venezuela (Pdvsa) nella zona Faja del Orinoco, al sud del Paese, dove si trova il più grande giacimento petrolifero scoperto negli ultimi anni.
“Abbiamo trovato l’autorizzazione per l’investimento diretto da parte della Banca di Sviluppo della Cina – ha spiegato Zerpa da Pechino, dopo l’incontro con le autorità cinesi – nell’aumento di produzione di Pdvsa con più di 250 miliardi di dollari. Siamo in trattative per nuovi finanziamenti cinesi in Venezuela”.
Il presidente di Pdvsa, generale Manuel Quevedo, aveva promesso un recupero della produzione petrolifera venezuelana di circa un milione di barili al giorno. Nel 2014, il Venezuela produceva 4,5 milioni di barili al giorno, oggi non arriva a uno. Specialisti del settore sostengono che l’industria petrolifera venezuelana ha bisogno di circa 20 miliardi di dollari per riprendere i livelli di produzione di prima.
La missione venezuelana in Cina trattò temi economici e finanziari e una presunta alleanza contro “gli attacchi dell’imperialismo americano. Per questo c’è bisogno di creare circuiti alternativi”, disse il ministro Zerpa.
Negli ultimi 10 anni, il governo cinese è diventato il principale partner finanziario del Venezuela, concedendo prestiti per più di 60 miliardi di dollari. Il Venezuela ha pagato – in parte – con l’invio di greggio al Paese asiatico. Ma continua a indebitarsi.