Terzo settore italiano per esportazione, primo produttore europeo, leadership indiscussa nel campo della sostenibilità: sono questi i punti di forza dell’industria chimica e farmaceutica italiana, un settore da 2.810 imprese che occupano oltre 170 mila addetti, altamente qualificati. La chimica ha dimostrato di essere un settore resiliente, che risponde bene alla crisi, registrando una crescita del 2,6% nel 2017, merito soprattutto dell’export in forte aumento, del risveglio della domanda interna e di una attenzione significativa alla sostenibilità ambientale, sociale, economica.
È un settore che cambia e che si trasforma continuamente, ma nel quale vantiamo una lunga e solida tradizione legata alle relazioni industriali con Federchimica e Farmindustria.
Un modello di relazioni equilibrato, consolidatosi nel tempo, e fondato sul dialogo e sul rispetto reciproco è stato il fattore determinante che ci ha consentito di sottoscrivere, in tempi brevissimi (lo scorso 19 luglio) e con ben sei mesi di anticipo sulla scadenza, il rinnovo del contratto dell’industria chimica e farmaceutica.
Abbiamo voluto un contratto con una forte portata innovativa che, inserendosi nel solco tracciato dal recente accordo firmato dai sindacati confederali e da Confindustria, mettesse il lavoratore, anzi la persona, al centro della nostra azione e di un sistema di tutele adattivo rispetto a questo settore, in continua evoluzione e così strategico per l’economia nazionale.
In termini economici, il nostro intento è stato quello di creare una sorta di “ammortizzatore degli scostamenti inflattivi”, per sottrarre i lavoratori da una condizione che li costringa a restituire il salario “eccedente”, nel caso in cui l’inflazione fosse inferiore a quella prevista. Gli aumenti legati all’inflazione saranno infatti anticipati in busta paga, e utilizzando l’EDR (Elemento Distinto della Retribuzione) sarà possibile prelevare o inserire gli importi del trattamento economico minimo, a seconda che gli scostamenti tra inflazione prevista e reale siano positivi o negativi. Al termine della vigenza del contratto ci sarà quindi una verifica che terrà conto non solo dell’inflazione, ma anche dell’andamento del settore, che nel 2018 sta confermando il trend positivo, dopo l’ottimo risultato del 2017.
A questo si sommano gli aumenti salariali previsti dal contratto, pari a 97 euro sui minimi contrattuali (130 euro di aumento economico complessivo): un incremento dignitoso e significativo, in grado di tutelare e rafforzare il potere d’acquisto dei nostri lavoratori.
Nel contesto di un’industria come quella chimica e farmaceutica, tra le più competitive e all’avanguardia, vogliamo che i lavoratori siano inoltre dotati delle competenze e delle abilità per valorizzare la propria professionalità e salvaguardare l’occupabilità all’interno del settore. Per questo abbiamo confermato la formazione come pilastro del contratto, rendendo la certificazione delle competenze valida per tutte le imprese che applicano il contratto di settore.
Allo stesso modo, è prevista l’istituzione del libretto formativo per gli RLSSA, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Un coordinamento degli RLS, invece, provvederà a controllare gli appalti nei grandi siti, con una forte attenzione alla cultura della sicurezza, in uno dei settori che resta in ogni caso tra i più virtuosi sul fronte degli infortuni e delle malattie professionali.
Si confermano le scelte a favore del welfare contrattuale.
Con il rafforzamento della centralità dei fondi negoziali e l’introduzione del fondo bilaterale di solidarietà TRIS, dedicato all’accompagnamento dei lavoratori più anziani alla pensione, vogliamo da un lato assicurare il futuro previdenziale e la tutela della salute dei nostri lavoratori, e dall’altro rendere reale e possibile un ricambio generazionale nel settore.
Tra gli elementi innovativi del contratto, la possibilità di convertire risorse economiche in riduzioni dell’orario di lavoro, finalizzata alla conciliazione dei tempi lavorativi e quelli di vita privata, la fruizione dei congedi parentali ad ore e l’aumento dei permessi non retribuiti per malattia del figlio ma anche, novità importante, per i minori non accompagnati di cui il lavoratore abbia assunto la tutela.
Odio, insulti, violenza verbale e fisica: non siamo indifferenti neanche a questa preoccupante tendenza che va diffondendosi dentro e fuori le aziende. Per questo abbiamo preteso nel contratto la predisposizione di iniziative per il rispetto delle diversità e la prevenzione di abusi e violenze nei luoghi di lavoro, che come sindacato presidiamo, con una attenzione particolare alla questione di genere.
Fino al 30 settembre prossimo ci saranno assemblee in tutte le aziende per l’approvazione dell’ipotesi da parte dei lavoratori, che sono certa sapranno riconoscere il valore dei risultati raggiunti, che consegnano loro un contratto che tiene il passo dei cambiamenti in atto nel sistema economico nazionale e globale.