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In rampa di lancio il Vega che porterà in orbita il cacciatore dei venti

Un cacciatore di venti a bordo di un lanciatore italiano. Direzione: 320 chilometri di altezza. Obiettivo: misurare, per la prima volta dallo spazio, la velocità dei venti.

IL LANCIO DA KOUROU

È tutto pronto per il lancio di Aeolus, il satellite dell’Agenzia spaziale europea (Esa) che promette di rivoluzionare la meteorologia. Il vettore Vega, realizzato a Colleferro da Avio, l’azienda guidata da Giulio Ranzo, accenderà i motori intorno alle 23:20 italiane di domani, 21 agosto, presso la base spaziale di Kourou, in Guyana Francese. Sarà presente anche l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti, che ha twittato per l’occasione: “Le valige sono pronte per la mia prima visita allo spazioporto europeo a Kouoru! Non vedo l’ora delle molte visite interessanti e sono molto entusiasta di assistere al lancio di Vega che metterà in orbita Aeolus”.

IL CACCIATORE DI VENTI

L’ormai noto “cacciatore dei venti” costituisce la quinta missione del programma Earth Explorer dell’Esa, ideato per promuovere l’osservazione della Terra in maniera sempre più accurata attraverso tecnologie moderne e allo stato dell’arte. Sembra proprio questa la cifra stilistica di Aeolus, che per la prima volta permetterà di misurare i venti dallo spazio, consentendo così di elaborare previsioni meteorologiche decisamente più precise e a più lungo termine, fino a sette giorni e oltre.

ALADIN E IL TRASMETTITORE DI LEONARDO

Tutto questo sarà possibile grazie all’unico strumento a bordo: Aladin, acronimo di Atmospheric Laser Doppler Instrument. Si tratta di un lidar, ovvero di un trasmettitore di impulsi laser, invece di quelli radio (che caratterizzano i classici radar), capace poi di osservare l’interazione tra il fascio emesso e le particelle presenti nell’atmosfera grazie a un potente telescopio. Sia lui, sia il satellite sono stati costruiti dal gruppo franco-tedesco Airbus, eppure il cacciatore dei venti parlerà anche italiano. I trasmettitori laser sono infatti stati realizzati da Leonardo, il campione nazionale del settore guidato da Alessandro Profumo, presso gli stabilimenti di Campi Bisenzio e Pomezia. Rappresenta il più potente trasmettitore laser nell’ultravioletto mai costruito per un’applicazione spaziale.

NELLO SPECIFICO

Per almeno tre anni, Aeolus darà informazioni in “near real time” sui venti, permettendo di capire meglio l’andamento di altri elementi come temperatura, umidità e pressione. Lo farà proprio grazie al trasmettitore laser italiano, che “illuminerà” le polveri e le gocce di acqua presenti nell’atmosfera riuscendo così a capire la velocità del vento che le trasporta. Il telescopio di circa un metro e mezzo di diametro rileverà dunque l’effetto Doppler, ovvero la frequenza dei fasci ultravioletti generati dall’interazione tra i raggi laser e le molecole presenti nell’atmosfera.

IL RUOLO DI AVIO

Tutto questo avrà inizio dopo il lancio di domani che, a meno di un mese dalla missione dell’Ariane 5 che ha portato in orbita quattro satelliti del programma europeo Galileo, farà tornare l’italiana Avio protagonista presso la base di Kourou. Questa volta sarà il turno del più piccolo Vega, gioiello tutto made in Italy, chiamato a confermarsi quale “razzo dei record”. Il lanciatore realizzato a Colleferro ha fin’ora fatto segnare una striscia positiva di undici missioni di successo, in attesa del debutto del suo successore, il Vega C, previsto per il 2019. Nel frattempo, tra qualche settimana, raggiungerà quota cento lanci l’Ariane 5, a cui Avio contribuisce realizzando la turbopompa a ossigeno liquido del motore criogenico Vulcain e i due motori laterali a propellente solido. Sarà la chiusura di un’estate intensa per la società italiana, iniziata con il test (perfettamente riuscito) del nuovo motore in fibra di carbonio P120 C, che equipaggerà sia il Vega C, sia l’Ariane 6, che dovrebbe volare nel 2020.

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