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Data center, IA e diplomazia. Rischi e opportunità secondo Jared Cohen

Con il boom dell’intelligenza artificiale, i data center stanno diventando una risorsa strategica. Jared Cohen, presidente “global affairs” di Goldman Sachs, su “Foreign Policy” descrive la crescente competizione tra Stati Uniti, Cina ed Europa per assicurarsi infrastrutture all’avanguardia. Tra investimenti record, sfide energetiche e tensioni diplomatiche, il futuro tecnologico sarà sempre più decentralizzato e conteso

A differenza delle risorse naturali come il petrolio, le nazioni decidono dove costruire i data center, sono essenziali per sostenere la nuova “rivoluzione industriale” innescata dall’intelligenza artificiale. A evidenziarlo in un articolo su Foreign Policy è Jared Cohen, presidente “global affairs” di Goldman Sachs, già fondatore di Jigsaw (al tempo Google Ideas).

L’infrastruttura per l’intelligenza artificiale pone sfide importanti, osserva Cohen. I data center trasformano energia e dati in “intelligenza”, ma sono costosi, richiedono enormi quantità di energia e sono fortemente dipendenti da semiconduttori avanzati. Solo alcune aziende americane investiranno oltre 600 miliardi di dollari in data center entro il 2026, ma la rete elettrica americana è ormai al limite: la domanda energetica in costante crescita, il ritardo delle infrastrutture, il passaggio alle rinnovabili e l’aumento di eventi climatici estremi rendono difficile sostenere questa espansione. Di conseguenza, gli Stati Uniti potrebbero dover cercare partner stranieri per ospitare i loro carichi di lavoro dell’intelligenza artificiale.

Anche la Cina, nel frattempo, sta avanzando aggressivamente con una propria strategia. Ha avviato un’iniziativa nazionale, “Eastern Data, Western Computing”, che prevede investimenti in data center e infrastrutture per bilanciare l’utilizzo di energia e dati tra le sue regioni, garantendo al contempo indipendenza energetica con un mix di energia pulita e nucleare. Questa competizione globale per l’intelligenza artificiale potrebbe quindi portare a un futuro in cui la costruzione dei data center è più decentralizzata, con diversi paesi che cercano di ospitare infrastrutture per ragioni di sicurezza nazionale e indipendenza tecnologica.

Un ulteriore problema è la “diplomazia dei data center”, prosegue Cohen. Costruire o gestire data center in un Paese crea vantaggi economici e tecnologici, ma implica anche rischi per la sicurezza nazionale, dato che i data center contengono dati sensibili e potrebbero essere oggetto di spionaggio o attacchi informatici. Negli Stati Uniti, nonostante un abbondante accesso alle risorse energetiche, è necessaria una riforma della rete e una nuova strategia per facilitare un’espansione efficiente e sicura dei data center, anche valutando partnership internazionali affidabili. Cohen osserva che mentre ci sono lezioni storiche su cui riflettere, come nel caso delle tensioni sul 5G, la competizione per i data center è più aperta. Non esiste una singola azienda o paese che controlli il futuro dell’infrastruttura dell’intelligenza artificiale, il che offre opportunità di collaborazione, ma anche di conflitto.

Secondo Cohen i data center offrono all’Europa “un’opportunità per assumere un ruolo guida nell’innovazione tecnologica”. Cita i Paesi nordici, leader nelle energie rinnovabili, recentemente entrati nella Nato, con campioni tecnologici di primo piano anche nel settore delle telecomunicazioni. “La loro connettività, sostenibilità energetica e abbondante accesso all’energia li hanno resi hub per hyperscaler già da tempo”, scrive citando anche i climi freschi che aiutano a prevenire il surriscaldamento dei data center, migliorando potenzialmente le prestazioni e riducendo i costi a lungo termine. Cita anche alleati degli Stati Uniti come il Giappone e la Corea del Sud, che hanno ecosistemi tecnologici all’avanguardia e sono leader nell’intelligenza artificiale. E fa riferimento all’India: “Sebbene l’economia e le infrastrutture dell’India non siano avanzate quanto quelle di altri potenziali partner, con le rinnovabili che costituiscono solo il 30% del suo mix energetico, Nuova Delhi sta compiendo notevoli investimenti nei data center, rafforzando il proprio ruolo di partner tecnologico per le aziende occidentali e alleate attraverso forum come il Quad e il Corridoio economico India-Europa-Medio Oriente”.

In quest’ultimo è coinvolta anche l’Italia, che punta a diventare lo snodo del progetto verso l’Africa tramite il Piano Mattei, con il governo Meloni impegnato ad attrarre investimenti sui data center e l’intelligenza artificiale anche tramite passi avanti sul nucleare di quarta e quinta generazione.



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