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Cosa fa Eni negli Stati Uniti

Gianni Di Giovanni, Eni

“La decisione di aprire il nostro ufficio di Washington è indicativa: Eni vuole essere vicina alle istituzioni americane. Gli stakeholder sono indubitabilmente un nostro obiettivo, nell’intento di far conoscere l’azienda negli Stati Uniti e nel mondo”.

Gianni Di Giovanni (nella foto), responsabile dell’ufficio Relazioni Internazionali di Eni a Washington e presidente di Eni Usa R&M, racconta a Formiche.net l’impegno del gruppo nella capitale. “Il sistema educativo, l’università, resta uno dei veicoli principali di comunicazione della realtà di Eni del mondo. Ecco perché abbiamo scelto la Georgetown University, una delle istituzioni culturali più antiche e prestigiose del Paese”.

L’Eni ha trovato nel Georgetown College Italian Reserarch Institute un interlocutore privilegiato, soprattutto per la sua funzione di ponte verso i più giovani. “Abbiamo già in attivo molte interessanti iniziative. Tra le varie mi piace ricordare l’istituzione di un internship program che ha permesso a quattro studenti della Georgetown University – di quattro nazionalità diverse – di avvicendarsi nel nostro ufficio di Washington per tre mesi ciascuno. È un programma continuativo che dura tutto l’anno. La selezione è avvenuta durante un concorso a cui hanno partecipato più di cinquanta ragazzi. Agli allievi, divisi in squadre, abbiamo chiesto di raccontare come immaginassero l’energia nel loro futuro”.

La squadra vincitrice ha, quindi, avuto la possibilità di seguire e realizzare un progetto concreto. Ma le intersezioni dell’Eni con il mondo accademico americano non si fermano alla Georgetown. Centrale è infatti la collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology.

Massimiliano Pieri è il vicepresidente Eni per la collaborazione della società con il MIT. È stato lui a presentare durante il seminario, i dettagli di questa “Cooperation for Energy Innovation”. “Le innovazioni scientifiche e tecnologiche sono cruciali nell’affrontare il mondo contemporaneo, i bisogni energetici del futuro e le sfide dell’ambiente” spiega Pieri. “La cooperazione con il MIT è parte di questa strategia”. La partnership con il polo tecnologico del Massachusetts risale al 2008.

“Il nostro portfolio di ricerca è diversificato e coinvolge molti settori. Le aree di interesse principali sono cinque, a grandi linee: l’energia solare, lo stoccaggio energetico, la cattura di anidride carbonica e caratterizzazione ambientale, il gas e l’HSE. Si tratta di progetti di ricerca molto diversi non solo per campi di appartenenza, ma anche nel tipo di tecnologia impiegata.

Alcuni hanno forte contenuto scientifico altamente innovativo, altri consistono nell’ottimizzazione di tecnologie esistenti, altri ancora constano di un contenuto ingegneristico più forte. La ricerca è sempre stata al centro dell’industria energetica. Oggi l’Eni è impegnata in una strategia di transizione verso produzioni di energie sempre più pulite e sostenibili. È proprio la ricerca che ci guiderà in questo processo”.

GLI APPROFONDIMENTI DEL SEMINARIO:

Il futuro dell’energia secondo Ernest Moniz

L’America, l’Italia e il G7. Parla l’ambasciatore Varricchio

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