Ha 41 anni e una solida carriera politica alle spalle, cominciata con la fondazione del partito Primero Justicia insieme a Henrique Capriles Radonski quando era ancora ventenne. Dal 2000 al 2008 Leopoldo López è stato sindaco del municipio Chacao di Caracas. Nel 2000, a soli 29 anni, López ha vinto le elezioni per diventare sindaco di Chacao con il 51% delle preferenze. Nel 2004, con l’81%. Si è laureato in economia al Kenyon College negli Stati Uniti e ha conseguito una specializzazione in Politiche pubbliche ad Harvard. Finiti gli studi ha deciso di tornare in Venezuela per mettere in pratica tutta la teoria accademica.
L’INTERDIZIONE POLITICA
Dopo i due mandati, era pronto ad assumere la guida di Caracas. I sondaggi erano a suo favore. Ma durante l’ultimo anno di gestione nel comune di Chacao, il presidente Hugo Chávez lo ha interdetto politicamente con l’accusa di aver ricevuto risorse della petrolifera statale Pdvsa nel 1998. Il caso López è arrivato alla Commissione della Corte Interamericana di Diritti Umani che ha emesso una sentenza a suo favore, per violazione dei diritti costituzionali.
LE ACCUSE
Da quando è stato interdetto, la battaglia di López si svolge nelle manifestazioni di strada per fare pressione sul governo di Maduro. Il presidente Nicolás Maduro ha sempre attribuito a López – insieme agli americani – la responsabilità delle manifestazioni dell’opposizione che fomentano l’instabilità nel Paese. Ora l’accusa è di “terrorismo e omicidio” durante gli scontri nella protesta del 12 febbraio che ha causato tre morti, una ventina di feriti e 60 detenuti. Senza nessun processo e in un tempo record di tre giorni, il giudice Ralenys Tovar Guillén ha accettato la richiesta del Pubblico ministero e ha autorizzato l’arresto di López.
SENZA PAURA
Due giorni fa, il leader dell’opposizione ha postato un messaggio su Youtube nel quale invita i venezuelani a manifestare oggi davanti al Ministero dell’Interno e della Giustizia contro la repressione e la violenza. López ha detto che lui sarà in prima fila, nonostante le minacce di arresto. Sua moglie Lilian Tintori, insieme ai due figli, ha pubblicato una foto su Instagram nella quale lo sostengono. A Caracas è atteso anche un raduno di sostenitori del presidente Maduro.
IL NOME DI BOLIVAR
López è discendente di Concepción Amestoy Palacios, nipote di Simón Bolívar, ma non ha mai usato il nome del Libertador a suo favore, una pratica comune nella politica venezuelana. Oggi i venezuelani applaudono il coraggio di López ma temono diventerà un altro martire dell’opposizione al chavismo.