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Stephen Bannon, ecco pensieri ed estremismi del super consigliere di Trump alla Casa Bianca

Stephen Bannon - Youtube

Con la nomina di Stephen Bannon e Reince Priebus nel gabinetto della Casa Bianca, parte la nuova amministrazione del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. I due sono stati gli uomini di fiducia di Trump durante la campagna elettorale. Il conservatore repubblicano Preibus (qui il ritratto di Formiche.net), sarà il presidente del gabinetto, mentre Bannon è stato nominato capo di strategia e alto consigliere.

LA SCELTA DI TRUMP

La decisione di mantenere Bannon al suo fianco, in uno dei ruoli di punta del governo, è considerata da alcuni analisti come un messaggio per la base elettorale più radicale di Trump. La nomina di Bannon ha scatenato critiche da parte di molte organizzazioni. “La scelta di Stephen Bannon come alto stratega dell’amministrazione Trump invia l’inquietante messaggio che le teorie di cospirazione anti-musulmane e l’ideologia nazionalista bianca saranno le benvenute alla Casa Bianca. Chiediamo al presidente eletto Trump che riconsideri questa erronea nomina se davvero vuole unire gli americani”, ha dichiarato Nihad Awad, direttore del Consiglio Islamico-americano.

MESSAGGIO ETNO-NAZIONALISTA

Secondo l’ultimo report del Southern Poverty Law Center, un osservatorio che monitora razzismo e movimenti di estrema destra, quanto a tolleranza il clima è regredito nelle scuole americane anche grazie alla campagna di Donald Trump. Il pensatoio ha protestato per la nomina di Bannon “perché è stato il principale responsabile affinché Breitbart diventasse un pilastro della propaganda etno-nazionalista in America. Trump dovrebbe ripensare la sua nomina. Nel suo primo discorso il presidente eletto ha detto che voleva essere il presidente di tutti gli americani. Bannon deve andarsene”.

“ABOLIRE LA SCHIAVITÙ? BAD IDEA”

Direttore del sito indipendente Breitbart fino ad agosto – quando è entrato a fare parte dello staff della campagna elettorale di Trump -, Bannon è considerato un suprematista bianco. Un sondaggio realizzato dalla rivista Time a febbraio indicava che il 20 per cento dei sostenitori di Trump crede seriamente che “abolire la schiavitù sia stata una cattiva idea”.

LUI SA COME VINCERE

Dopo le rivelazioni del New York Times sul denaro che Paul Manafort, principale consigliere del magnate durante le primarie repubblicane (qui il ritratto di Formiche.net), avrebbe ricevuto da un partito filo-russo in Ucraina, Trump ha nominato Bannon Chief executive della campagna. All’epoca, il presidente eletto aveva detto che “Bannon è una persona estremamente competente e qualificata, una persona alla quale piace vincere e  sa come vincere”.

“L’OPERATORE POLITICO PIÙ PERICOLOSO”

Fino a quest’estate Bannon non aveva esperienza in campagne politiche, eppure, in un articolo pubblicato da Bloomberg Politics, è stato definito “l’operatore politico più pericoloso degli Stati Uniti”. In qualità di direttore del sito web conservatore Breibart, Bannon ha sempre difeso lo stile populista di Trump e non si è limitato nelle critiche a figure del Partito repubblicano che gli sono ostili, come il presidente della Camera dei rappresentanti, Paul Ryan.

CRITICHE A BREITBART

Per il New York Times, durante la gestione di Bannon, il Breitbart ha “accusato il presidente Barack Obama di importare più musulmani che ci odiano; ha confrontato il lavoro di Pianificazione all’Olocausto e ha consigliato alle vittime di abuso sessuale su internet di scollegarsi. Smettete di fregare internet agli uomini”. Per Bloomberg, Breitbart è “un sito populista della crociata della destra, discendente diretto di Drudge Report, e un rifugio per chi pensa che Fox News sia troppo educata e riservata”.

TRA HOLLYWOOD E GOLDMAN SACHS

Bannon ha fatto parte anche del team dell’Huffington Post e dal 2007 al 2009 è stato direttore di Affinity Media. Nel 2015, il blog Mediaite lo ha scelto come uno dei “25 personaggi più influenti nel mondo delle notizie politiche”.

Ma Bannon non si è sempre dedicato all’informazione. In America è anche conosciuto come regista e produttore. Dal 1991 a oggi ha diretto otto documentari su corruzione, politica ed economia mondiale e prodotto 16 film. Tra i più famosi ci sono “Titus” (1999), “Generation Zero” (2010) e “Clinton Cash” (2016).

Professore di Amministrazione di impresa all’Università di Harvard e co-fondatore del Government Accountability Institute a Miami, Bannon si è saputo reinventare più volte. È stato un banchiere di Goldman Sachs, ha saputo distinguersi nell’ambiente grigio di Washington e ha frequentato un master serale in sicurezza nazionale alla Georgetown University.

VIOLENZA DOMESTICA E ANTISEMITISMO

L’ex moglie di Bannon, Mary Louise Piccard, lo ha accusato di violenza domestica nel 2007. Nel rilasciare la sua testimonianza, la donna ha spiegato che Bannon era preoccupato per l’aumento di bambini ebrei che frequentavano la scuola delle figlie.


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