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Come si muoverà Papa Francesco su viri probati e nuovo vicario di Roma

“Dobbiamo riflettere se i viri probati siano una possibilità e dobbiamo anche stabilire quali compiti possano assumere, ad esempio in comunità isolate. La Chiesa deve riconoscere il momento giusto nel quale lo Spirito chiede qualcosa”. E’ uno dei passaggi più significativi dell’ampia intervista che il Papa ha concesso al settimanale tedesco Zeit. Francesco si mostra assai possibilista su un tema su cui si discute da anni, ma che ha iniziato a entrare con forza nel dibattito vaticano dopo la sua elezione al Soglio pontificio.

LA PROPOSTA DEL CARDINALE HUMMES

Il Papa ha parlato di “comunità isolate” e il riferimento implicito è al caso particolare dell’Amazzonia. Due anni fa, nel corso di un’udienza in Vaticano, mons. Erwin Kraeutler, responsabile della più estesa prelatura brasiliana (quella di Xingu), spiegava a Francesco quanto fosse difficile – per non dire impossibile – garantire la vita liturgica (e sacramentale) in una regione vastissima e abitata da settecentomila cattolici potendo contare solo su ventisette sacerdoti. Mons. Kraeutler si faceva così latore di una proposta che già tempo prima aveva fatto il cardinale Claudio Hummes, già prefetto della congregazione per il Clero e molto ascoltato da Bergoglio: aprire ai viri probati.

CHI SONO I VIRI PROBATI

I viri probati sono uomini maturi, di provata fede ed esperienza, sposati, con figli, che ricevono l’ordinazione. Non è una novità dell’ultim’ora. Più di dieci anni fa, era il 2005, sempre il cardinale Hummes aveva riproposto il tema, non ottenendo però molti consensi tra i padri sinodali. “Certuni hanno fatto riferimento ai viri probati, ma questa ipotesi è stata valutata come una strada da non percorrere”, si legge nel Documento finale.

LE OPPOSIZIONI

Diversi padri, allora, si opposero alle tesi di Hummes in quanto le consideravano il grimaldello che avrebbe portato in una seconda fase all’abolizione del celibato sacerdotale. E non è un caso che il Comitato centrale dei cattolici tedeschi abbia subito proposto di rivedere le norme in merito per far fronte alla carenza di preti.

IL CELIBATO SACERDOTALE RESTA

Il problema è che il primo a non volere ciò è il Papa stesso, che più volte ha riaffermato l’importanza di mantenere il celibato sacerdotale, nonostante questo non sia un dogma, come da lui stesso sottolineato. “La chiesa cattolica ha preti sposati, nel rito orientale. Perché il celibato non è un dogma di fede, è una regola di vita che io apprezzo tanto e credo che sia un dono per la chiesa. Non essendo un dogma di fede, sempre c’è la porta aperta”, diceva ad esempio conversando con i giornalisti di ritorno dal viaggio in Terrasanta, nel maggio del 2014. Ancora prima, nel libro-conversazione con l’amico rabbino Abrahm Skorka, diceva: “Per il momento io sono a favore del mantenimento del celibato, con tutti i pro e i contro che comporta, perché sono dieci secoli di esperienze positive più che di errori”. Alla Zeit, ha confermato che “il celibato libero non è una soluzione”, benché questo la carenza di vocazioni sia “un problema enorme” e la Chiesa “dovrà risolverlo”.

LE PRIMARIE PER IL NUOVO VICARIO DI ROMA

“Le novità bergogliane non finiscono mai e così ne sono arrivate altre due: il preannuncio di una riflessione sull’ordinazione a preti di uomini sposati e l’annuncio di una consultazione per la scelta del nuovo vicario di Roma”, ha scritto sul Corriere della Sera Luigi Accattoli, ricordando che oltre all’apertura sui viri probati c’è anche un’altra novità, e cioè l’avvio di una consultazione aperta a tutti per individuare il successore del settantasettenne cardinale Agostino Vallini. “Si tratta di due novità di segno riformatore, seppure non clamorose: sull’ordinazione di uomini sposati per comunità che non hanno sacerdoti celibi si riflette da tempo e il fatto nuovo è solo che ne parla il Papa, mentre la consultazione per la scelta del vicario – che non c’è mai stata – estende a Roma quanto già si fa, più o meno, in tutte le diocesi”.

CONSULTAZIONI APERTE A TUTTI

Incontrando ieri i parroci prefetti di Roma, infatti, Francesco ha chiesto una collaborazione di tutti “nella preghiera” al fine di scegliere la persona adatta a ricoprire la carica di vicario. Chiunque vorrà, riportava l’agenzia Ansa, sacerdoti e fedeli, potrà scrivere al Papa innanzitutto per indicare i problemi che vive l’immensa diocesi romana e poi tratteggiare il profilo del successore di Vallini.

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