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Ong, migranti e Libia. Perché sono in arrivo nuove regole dalla Guardia costiera

Sui rapporti tra alcune Ong e i migranti le ultime ore sono state riempite soprattutto da altre polemiche politiche e molta attesa sta nell’audizione del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, che sarà ascoltato mercoledì 3 maggio dalla commissione Difesa del Senato. Nelle audizioni del 2 maggio, infatti, non ci sono stati colpi di scena: il procuratore di Siracusa, Francesco Paolo Giordano, ha detto che non gli risultano collegamenti opachi, “asseriti collegamenti obliqui o inquinanti con trafficanti, né per quanto riguarda Ong né parti di Ong. Non abbiamo avuto nessun elemento investigativo”. Giordano ha anche aggiunto che alcune organizzazioni collaborano e altre invece “hanno un atteggiamento meno collaborativo nel senso che certamente non si sprecano a dare informazioni. Questo però non l’abbiamo mai interpretato come un ostacolo alle indagini, ma come un atteggiamento ideologico, come coerenza col loro atteggiamento di essere favorevoli al migrante e non alla polizia”.

L’AUDIZIONE DEL MAGISTRATO GIORDANO

Nessuna prova neanche su presunte presenze di apparecchiature sofisticate a bordo delle navi dell’Ong Moas, quella creata dal milionario americano Christopher Catrambone e da sua moglie, Regina, al centro dei sospetti della procura di Catania. A Giordano non risultano strumenti “sospetti” aggiungendo però che le forze di polizia che salgono a bordo delle imbarcazioni hanno il solo scopo di individuare gli scafisti e quindi “non abbiamo mai fatto perquisizioni”. Al procuratore di Siracusa, infine, non risulta che alcune navi spengano il trasponder (impedendo così la loro localizzazione) per entrare nelle acque libiche. Dal punto di vista investigativo, Giordano ha fornito i seguenti dati: gli arrestati e denunciati nel 2014 furono 253, nel 2015 furono 161 e l’anno scorso 217. Quest’anno finora sono stati 71.

I DETTAGLI ILLUSTRATI DA PARINI

Interessante un dettaglio illustrato dal sostituto commissario Carlo Parini, responsabile del Gruppo interforze di contrasto all’immigrazione clandestina che accompagnava Giordano. Le imbarcazioni utilizzate dalle Ong, ha detto, “spesso sono navi prese in affitto da armatori, dove dunque gli equipaggi non possono decidere autonomamente cosa fare, ma devono eseguire quanto gli viene chiesto dal personale delle ong”. Diversa la situazione della Moas “dove invece tutto è dell’organizzazione, equipaggio e operatori, lavorano in simbiosi. Loro possiedono eccellenti imbarcazioni, strumentazioni di bordo molto moderne, operano con droni alla ricerca di migranti”. Ma anche nel caso del Moas, ha sottolineato Parini, “non abbiamo mai avuto notizia di coinvolgimenti con trafficanti”.

LA BARUFFA POLITICA

Dalle Ong più autorevoli le accuse vengono respinte nettamente e d’altra parte più volte lo stesso pm Zuccaro ha fatto sempre riferimento solo ad “alcune” organizzazioni e certo non a quelle come Medici senza frontiere o Save the children. Ascoltato dalla commissione Difesa del Senato, il presidente di Medici senza frontiere, Loris De Filippi, ha detto che “le Ong si sono sostituite all’autorità pubblica” evidenziando le responsabilità europee. Alzandosi il livello di scontro politico, il rischio però è di dare una patina politica a legittime posizioni. Quasi contemporaneamente all’audizione in commissione, infatti, Stefano Argenziano, responsabile del programma migrazioni di Msf, partecipava alla conferenza stampa organizzata da Sinistra italiana a Montecitorio sostenendo che sulle Ong “c’è stata una campagna strumentale e di manipolazione. Non abbiamo nulla da nascondere, ma assistiamo al rimbalzo costante di accuse e illazioni non supportate da alcuna prova indiziale”. In aggiunta Gianni Rufini, direttore di Amnesty international Italia, ha detto che “disumano” fare “giochi politici sulla pelle delle persone”. A Maurizio Gasparri (FI) che glielo faceva notare, De Filippi ha risposto di essere pronto a sostenere un’ipotetica iniziativa dello stesso Gasparri in Africa. D’accordo, eppure in un momento di tale tensione organizzazioni come Msf rischiano di essere ulteriormente coinvolte nelle polemiche solo per aver contribuito a una conferenza stampa “di parte”.

LE ULTIME SCHERMAGLIE

In alcuni casi, poi, c’è un dialogo tra sordi. Nell’audizione in commissione Difesa, il senatore Bruno Alicata (FI) ha contestato la suscettibilità e permalosità di Msf, visto che nessuno l’ha mai accusata. Dunque, una posizione stizzita sarebbe fuori luogo. De Filippi ha replicato accusando indirettamente il procuratore Zuccaro di non aver usato il necessario riserbo perché la conseguenza, ha detto, sta nel “pattume” che sul web arriva anche contro Msf e Save the children. Una “criminalizzazione” considerata giustamente inaccettabile.

COSA DIRA’ IL PARLAMENTO

Dopo le audizioni di questa settimana, la commissione Difesa stilerà una relazione che sarà inviata al Parlamento e al Governo con le conclusioni e con alcuni suggerimenti. Sarà molto interessante (pur se inevitabilmente frutto di mediazione politica) perché dalle prime dichiarazioni del presidente della commissione, Nicola Latorre (Pd), si ipotizzano nuove regole in mare da parte del centro di coordinamento della Guardia costiera a causa di un affollamento di navi militari, di Ong e mercantili in quel tratto del Mediterraneo. Inoltre, è certamente grave e alimenta dubbi il fatto che tre Ong tedesche abbiano rifiutato di essere ascoltate dal Senato: Latorre l’ha definito un “dovere” visto che operano in acque in cui i soccorsi sono coordinati dall’Italia.

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