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Tikehau, chi c’è dietro la società francese che punta al Fondo Italiano d’Investimento

Ha il nome di un atollo della Polinesia francese e un legame che sembra inscindibile con l’ad di UniCredit Jean-Pierre Mustier, Tikehau Capital, la società di investimento in cordata con Italmobiliare della famiglia Pesenti, per conquistare il Fondo Italiano d’Investimento. Una partita che sembra alle battute finali, visto che, secondo le indiscrezioni riportate dal Sole 24 Ore, i due acquirenti citati insieme all’advisor Leonardo & Co, “avrebbero ricevuto un’esclusiva a trattare per 4 settimane dai quotisti del fondo stesso: cioè Cdp e le principali banche italiane, tra le quali Unicredit, Intesa Sanpaolo e Mps”. E ieri si è avuta notizia di una controfferta dell’americana Neuberger Berman che sarebbe migliorativa rispetto a quella di Tikehau-Italimobiliare.

COSA CONTIENE IL FONDO ITALIANO

Oggi tra le partecipate del Fondo Italiano di Investimento, presieduto da Innocenzo Cipolletta e guidato dall’ad, Carlo Mammola, ci sono piccole e medie imprese come Lihabue, Filmaster e Surgital. Il Fondo è una sgr controllata al 43% dalla Cassa depositi e prestiti. Gli altri soci sono Unicredit, Intesa Sanpaolo, Unicredit e con quote minori anche Confindustria e Abi.

CHI E’ TIKEHAU CAPITAL

Ma chi sono i soci francesi di Pesenti? Si presenta come un asset manager e una compagnia di investimento, che fornisce ai suoi investitori opportunità negli investimenti alternativi puntando alla creazione di valore nel lungo termine. In base alle informazioni ufficiali, investe in debito privato, real estate, private equity e strategie liquide (fixed income, azioni e strumenti bilanciati): ha in gestione 10,3 miliardi di euro di asset e 170 dipendenti negli uffici di Parigi, Londra, Brussels, Milano Madrid, Seoul e Singapore.

IL MANAGEMENT

Il management è composto dai due fondatori, che la hanno creata nel 2004: Antoine Flamarion, presidente anche della branch di Investment management, la principale controllata del gruppo, un passato in Merrill Lynch e Goldman Sachs tra Parigi e Londra e una laurea in Diritto alla Sorbona; e Mathieu Chabran, managing director della Investment management e anche lui prima in Merrill Lynch a Parigi e a Londra, tra il 1998 e il 2002, quando è approdato come vice-presidente e poi direttore in Deutsche Bank a Londra.

NOMI E NUMERI

La società è cresciuta in maniera costante dalla fondazione a oggi, attraverso partnership e operazioni straordinarie. L’ultima acquisizione completata a novembre 2016 ha riguardato l’80% di IReit Global Group, un trust di Singapore che investe in real estate europeo, prevalentemente in Germania. L’ufficio londinese è stato il primo internazionale ad aprire nel 2013, nel 2014 è stata la volta di Singapore e Bruxelles e Milano sono arrivate nel 2015. Il 7 marzo 2017 la società si è quotata all’Euronext di Parigi e ha allargato gli orizzonti anche a Madrid e a Seoul. A gennaio aveva semplificato la catena di controllo e annunciato una riorganizzazione della struttura azionaria e di governance per entrare in una nuova fase di sviluppo. Allo stesso scopo tende l’annuncio, che reale a qualche giorno fa, il 19 giugno, di un aumento di capitale di almeno 500 milioni aperto a tutti i soci: 165 milioni saranno sottoscritti dal management. La nuova strategia porterà Tikehau, secondo le sue stesse stime, a un valore degli asset gestiti di 20 miliardi nel 2020, puntando anche sull’M&A di strategie e geografie sia nuove che già consolidate.

GLI ITALIANI

Il mercato italiano è da un paio di anni nelle mire del gruppo: il team italiano è composto da Ignazio Rocco di Torrepadula (nella foto), già senior advisor di The Boston Consulting Group insieme con Luca Bucelli, che lavorava in Tikehau a Parigi dal 2014. Nel comunicato che annuncia l’apertura della sede italiana, emesso a febbraio 2015, si leggeva che “i due lavoreranno a stretto gomito con Jean-Pierre Mustier, ex capo della divisione Corporate e Investment Banking (“Cib”) dell’Unicredit”. Nel frattempo, da giugno 2016, Mustier è amministratore delegato di UniCredit, e quindi fuori dai giochi di Tikehau, ma il suo legame con l’asset manager francese resta forte.

CURIOSITA’

Azionista fino al 2011 quando fu costretto a cedere la sua quota quota per entrare in UniCredit, la trasferì di fatto alla banca italiana: un 10% che viene pagato 5 milioni di euro, per una società che aveva masse gestite di meno di 400 milioni. Nel frattempo è cresciuta in maniera esponenziale e continua a crescere, aumentando il suo valore.

Ma quel che è chiaro è che il legame con l’Italia dunque, anche se mediato da un francese, è saldo. E torniamo alle dichiarazioni ufficiali secondo cui Tikehau arriva in Italia sull’onda delle misure a favore dei prestiti alle PMI: la società è specializzata in soluzioni di direct lending per i richiedenti prestiti nel settore delle PMI, come dimostra il Novo Fund francese dedicato alle imprese piccole e medie di Oltralpe con una capienza di 355 milioni. L’ode iniziale era replicare questo successo in Italia, dove l’esigenza di fornire canale alternativi di finanziamento per le PMI è impellente. “Ed è il linea con quanto sta facendo il governo italiano attraverso la Cassa Depositi e Prestiti”. L’operazione sul Fondo Italiano di Investimento è il punto di arrivo di questa strategia? O solo un primo passo?

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