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Ecco come il Qatar a Roma attacca Emirati Arabi e Arabia Saudita

Di Maria Scopece

“Il Qatar non ha alcuna intenzione di rispettare le 13 richieste avanzate da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Bahrain perché sono richieste contrarie al diritto internazionale e che minano alla sovranità dello Stato del Qatar”. E’ perentorio il ministro degli esteri del Qatar Mohammed bin Abdulrahman al Thani (nella foto) durante la conferenza stampa tenuta ieri a Roma nel Westin Excelsior, hotel di proprietà del gruppo qatariota Katara Hospitality.

AL THANI: “NON ABBIAMO PAURA DI UN INTERVENTO ARMATO SAUDITA”

Il 23 giugno il Qatar ha ricevuto una lettera da Arabia Saudita, Emirati Arabi, Egitto e Bahrain con 13 richieste da rispettare entro il prossimo 3 luglio. L’accusa che muovono i Paesi della Lega Araba è che il Qatar finanzi il terrorismo internazionale e abbia stretti rapporti con Hamas e la Fratellanza Musulmana. Tra le istanze presentate c’è la chiusura della base militare turca costruita lo scorso anno a una trentina di chilometri dalla Capitale Doha, lo stop ai rapporti con l’Iran, Paese con il quale il Qatar condivide lo sfruttamento dei giacimenti di gas, il versamento di “riparazioni” in denaro da per i sauditi e altri Paesi del blocco e l’oscuramento della tv qatariota Al Jazeera (in diretta concorrenza con la saudita al-Arabiyah) accusata di trasmettere messaggi che incitano all’odio. “Al Jazeera è un network all’avanguardia nell’informazione e un nostro grande orgoglio. Ha iniziato 20 anni fa in una zona dove non si sente alcuna voce che non sia quella governativa” – dice il ministro Al Thani – “È stata una piattaforma di libertà di espressione per centinaia di milioni di arabi. Non c’è alcuna ragione per chiederne la chiusura. Se qualcuno vuole davvero far tacere Al Jazeera suggerisco di lanciare un’altra emittente che le faccia concorrenza. Per quanto riguarda l’accusa di incitamento alla violenza rispondo che la violenza arriva proprio da chi ne chiede la chiusura”. Dal 5 giugno il Qatar sta subendo un embargo diplomatico ed economico che ha costretto l’Emiro Tamim bin Hamad Al Thani a rafforzare le relazioni con l’Iran e la Turchia. “Il Qatar ha operato in maniera molto responsabile mentre l’escalation continua da parte degli altri Paesi. Detto ciò noi siamo nella zona sicura e stabile del Medio Oriente e non abbiamo alcuna paura di un intervento armato dell’Arabia Saudita perché c’è il diritto internazionale e ci sono confini che vanno rispettati” – afferma il ministro degli esteri del Qatar – “Le richieste arrivate al nostro Paese vanno contro la libertà di espressione e la nostra integrità. I conflitti dovrebbero essere regolati tramite negoziati, abbiamo bisogno di prove che testimonino queste accuse e solo successivamente possiamo ricevere delle richieste. Noi stiamo cercando di essere più costruttivi con altri Paesi che si stanno dimostrando più volenterosi di ascoltare, parlo del Kuwait e degli USA”.

RICUCITI I RAPPORTI CON GLI STATI UNITI D’AMERICA

“Gli Usa fanno parte di questa vicenda sin dall’inizio” – prosegue il ministro degli esteri – “Il vertice di Riyad aveva lo scopo della lotta al terrorismo. Dopo due giorni la lotta al terrorismo si è trasformata nella lotta al Qatar. I Paesi del Consiglio della Cooperazione del Golfo più l’Egitto accusano il Qatar di terrorismo per ottenere la simpatia dei Paesi occidentali. Qui non si tratta della lotta al terrorismo ma della violazione del diritto internazionale. In pratica sono considerati terroristi tutti coloro che contrastano politicamente questi Paesi”. E gli Usa? Se il Presidente Donald Trump, dopo il vertice di Riyad, aveva esordito utilizzando toni duri e sprezzanti il Segretario di Stato Tillerson ha rasserenato gli animi ricordando che gli Usa hanno in Qatar la più grande flotta americana del Medio Oriente: 11mila uomini e oltre 100 jet militari dispiegati nella base di al-Udeid. “Il Presidente Usa Donald Trump ha fatto le sue dichiarazioni in base a quello che gli è stato detto da alcuni dei leader della regione” – continua il ministro al Thani – “Gli Stati Uniti hanno fatto sapere di essere contrari a queste misure perché valutano positivamente il ruolo svolto dal Qatar. Poi va sottolineato che in Qatar c’è il comando generale USA per la lotta contro Daesh questo vuol dire che i 50 anni di rapporti strategici tra Qatar e USA hanno portato frutti. Il ministro degli esteri USA, anche prima della pubblicazione della lista con le 13 richieste, ha criticato le accuse di terrorismo mosse al Qatar e le ha derubricate come esempio di lotta politica contro di noi”.

IL RUOLO DELLA RUSSIA

Nei prossimi giorni ci sarà un incontro tra il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e il Segretario Generale della Lega degli Stati Arabi. “La Russia ha sempre detto che non vuole alcuna escalation nella zona, ha sempre dichiarato che preferisce il dialogo” – precisa il ministro al Thani – “Purtroppo non abbiamo sentito la voce della Lega Araba in questa vicenda, da questo capiamo che queste istituzioni non hanno un grande peso e non hanno alcun ruolo nel risolvere la crisi. Piuttosto contiamo molto sulla mediazione che sta portando avanti il Kuwait insieme agli USA e altri paesi come Francia, Germania e Inghilterra”. Il Cremlino ha reso noto che Presidente russo Putin ha avuto un colloquio telefonico con l’Emiro del Hamad al-Thani. Il presidente russo ha “sottolineato l’importanza degli sforzi diplomatici volti a risolvere i loro contrasti e a normalizzare la situazione”.

AL THANI: “L’ITALIA È UN PARTNER MOLTO IMPORTANTE”

“L’Italia è un partner molto importante per il Qatar” – conclude Al Thani – “mi auguro che possa svolgere un ruolo importante anche per risolvere questa crisi”. Dopo la conferenza con i giornalisti il ministro degli Esteri qatariota ha incontrato Angelino Alfano. “Ho espresso al mio interlocutore l’auspicio di una rapida de-escalation e ho confermato che l’Italia sostiene la mediazione messa in atto dal Kuwait nel suo ruolo di presidente di turno del Consiglio di cooperazione del Golfo”, fa sapere il ministro degli Esteri Alfano in una nota della Farnesina. “Il governo italiano sta seguendo con preoccupazione e grande attenzione gli sviluppi della crisi e ribadisce la volontà di contribuire a qualsiasi iniziativa mirata in primo luogo a ripristinare il dialogo e ad allentare le tensioni tra gli attori coinvolti. L’Italia si appella a tutte le parti affinché si astengano da ulteriori azioni che possano aggravare la situazione”. Negli scorsi giorni il viceministro degli Esteri, Enzo Amendola (Pd), ha incontrato a Roma esponenti di governo degli Emirati Arabi Uniti (qui tutti i dettagli).

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