Il “Senno di Po” – l’audiorubrica curata da Ruggero Po per Formiche.net – è dedicato oggi alla storia che arriva da Cervia dove un giovane ragazzo italiano, di nome Paolo, si è visto ritirare un’offerta di lavoro da cameriere quando il proprietario del locale ha scoperto che si trattava di una persona di colore. “Mi dispiace Paolo ma non posso mettere ragazzi di colore in sala“, gli ha scritto via sms quello che avrebbe dovuto essere il suo datore di lavoro. Una vicenda non solo inaccettabile sotto il profilo etico e umano, ma anche assai delicata dal punto di vista giuridico. Per analizzarne i vari profili, Ruggero Po ha ascoltato l’opinione di Pietro Garibaldi, economista, professore all’Università di Torino ed esperto di diritto del lavoro.
Ecco che cosa ha dichiarato Garibaldi nella sua intervista audio con la firma di Formiche.net.
ECCO LE ULTIME PUNTATE DEL SENNO DI PO:
COSA COMBINANO I WEB INFLUENCER
“Al consumatore fare sapere sempre chi ti paga, se ti paga, per promuovere il tuo stile di vita”. È la richiesta avanzata dall’Unione Nazionale Consumatori ai cosiddetti web influencer, personalità provenienti dal mondo della televisione o dello spettacolo, ma anche nati dal web, con un vastissimo seguito sui social network e che vengono pagati per pubblicizzare prodotti e servizi dalle grandi compagnie.
Al momento non esiste una regolamentazione sul tema, ma l’Antitrust si è unita all’invito rivolto agli influencer dall’Unione Nazionale Consumatori di dichiarare se e quando i loro messaggi hanno natura pubblicitaria.
SERVE DAVVERO UNA LEGGE CONTRO LA PROPAGANDA FASCISTA?
“Una legge contro la propaganda fascista, sarebbe bello che non ce ne fosse bisogno”. Inizia con queste parole l’audio-commento di Ruggero Po sulla proposta di legge di Emanuele Fiano, del Partito Democratico, che intende punire la propaganda del fascismo e del nazismo con immagini o contenuti di cui vieta produzione e vendita. “Sarebbe civile che non ce ne fosse bisgogno – continua Po – così come sarebbe civile che non servissero leggi contro l’omofobia e contro il bullismo, ma tant’è”.
COSA PENSO DEL CASO DI CHARLIE GARD
Secondo i magistrati inglesi continuare a curare il piccolo Charlie Gard sarebbe stato un accaniment0 terapeutico. Per questo motivo hanno preso la decisione di staccare la spina per le cure del bimbo secondo il principio “Child best interest”, ovvero solo per il bene del bambino nel superiore interesse di tutelare proprio il piccolo. I medici che hanno richiesto il parere dei giudici hanno fatto sapere, che pur avendo viste accolte le loro ragioni, non affretteranno i cambi nei protocolli di cura del bimbo e che ogni cambiamento alla terapia sarà pianificato e discusso. Ma per ora la richiesta dei genitori del neonato di poter portare a casa il piccolo non è stata accettata.