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Che cosa scrive Crux di Amoris Laetitia

amoris letitia, papa francesco

La bordata è venuta da destra. Crux, il prestigioso giornale online del vaticanista Paul Allen, testata vicina al mondo dei ricchissimi e potentissimi Cavalieri di Colombo (che fino a qualche anno fa avevano anche un loro uomo nel board dello Ior, l’Istituto per le Opere di Religione, la “banca” vaticana: Carl Anderson), ha detto la sua su Amoris Laetitia (AL). E ha affondato l’esortazione postsinodale con la quale si parla di una possibile apertura del Papa alla Comunione per i divorziati risposati. È precisamente un commento di padre Dwight Longenecker quello che affonda AL come “un naufragio dal punto di vista comunicativo”.

Padre Longenecker è un convertito: nato in una famiglia evangelica, già sacerdote anglicano, è diventato sacerdote negli States nel 2006 ed è parroco alla chiesa di Nostra Signora del Rosario a Greenville, South Carolina. Ed è una testa pensante che dice le cose che pensa. Un piccolo esempio: quando La Civiltà Cattolica, quindicinnale gesuita diretto da padre Antonio Spadaro ha dedicato un pesante articolo contro i “nemici” di Papa Francesco, non solo Crux ha definito il pezzo “incapace di arrivare al livello della mediocrità”, ma Longnecker ha anche scritto un intervento sul suo blog nel quale osserva: “Quando questa gente (Padre Spadaro e Figueraro, ndr) impareranno che non tutti i conservatori sono clienti di Wal-Mart (catena di supermercati molto economici degli States, ndr) con un portafucili sul loro pickup?”. E ancora: “Gli autori del pezzo tentano di far salire a bordo di questo pickup anche i conservatori cattolici, insieme agli ‘stupidi Evangelisti’. Se ne escono col nome di ‘Integralisti cattolici’. Questo gruppo vorrebbe creare, secondo loro, una ‘teocrazia’ e andare alla guerra contro i musulmani e così via. Come altri hanno sottolineato, tali cattolici americani esistono solo nell’immaginazione di Spadaro e Figueroa. Loro additano Michael Voris e il suo gruppo Church Militant (un gruppo di gente che ancora predica l’odio contro gli ebrei e che spesso è stata cacciata da diocesi americane per il loro modo “radicale” di interpretare il Vangelo, N.d.R.) (…), ma loro sono una minoranza da prefisso telefonico nella Chiesa cattolica americana. Avevamo bisogno che il direttore di uno dei principali giornali vaticani mettesse innalzasse Voris su tale piedistallo? Credo di no”. Quindi: “L’attacco di Spadaro contro gli integralisti cattolici americani è un attacco contro un fantoccio. È uno spaventapasseri e come tutti gli spaventapasseri l’articolo non ha cervello”. Perché ha creato gli integralisti? “Per dare un’etichetta a tutti i conservatori cattolici che vuole demonizzare”.

Se queste sono le premesse, sentite che ha scritto padre Longenecker il 22 luglio – sempre sul suo blog – a proposito di riforma della Chiesa: “Quello che viene chiamato ‘riforma’ significa che la Chiesa debba cambiare il suo pensiero sulla sessualità umana. Deve accettare la contraccezione artificiale, diventare più tollerante sul divorziare e risposarsi, imparare a tollerare (se non condonare) l’omosessualità, andare avanti permettendo ai preti di sposarsi e trovare il modo per superare il divieto per le donne prete”. Non solo: questo tipo di “riforma”: “Significa anche impegnarsi più sull’agenda in tema di cambiamento globale del clima, promuovere politiche globali di tipo socialista (per aiutare i poveri), appoggiare il femminismo e pulire le finanze vaticane. Il problema è che quest’agenda di riforme è quella che in realtà ha molto poco a che fare con la fede cattolica”. Se ci fate caso, punto per punto è quello che è nelle attività del Papa.

Se queste sono le premesse, la bordata contro AL diventa ancora più pesante. “Non ho problemi con l’insegnamento di Papa Francesco”, scrive Longenecker, “e quando si tratta di gestire divorziati e risposati ovviamente si deve fare qualcosa, per cui sono felice del fatto che si stia cercando di risolvere questi problemi (…). Ma pur non essendo un teologo morale, ho esperienza nella comunicazione. (…) Mi sembra da un punto di vista comunicativo che AL e la sua gestione siano stati un fallimento”.

E il problema è proprio la possibile apertura all’Eucarestia per i divorziati risposati, che secondo quanto il Papa fa suo in AL: “È una potente medicina e cura per gli ammalati”. Qui nasce il prima problema: “Il Papa ha gestito un tema controverso non con un insegnamento chiaro, ma con banalità sentimentali. Che cosa significa ‘con l’aiuto dei Sacramenti?’. Significa che per il Papa la Confessione è il Sacramento di cui hanno bisogno i divorziati risposati? Ma poi menziona l’Eucarestia. Intende che i divorziati risposati possano fare la Comunione, o possono ricevere forza partecipando alla Messa ed all’Adorazione Eucaristica, ma senza ricevere la Comunione?”.

La bocciatura segue implacabile: “I tentativi di chiarimento di Francesco sono stati orrendi (…). Lui e i suoi sostenitori (…) riconoscono la complessità del problema che appare ambigua e relativista verso quelli che chiedono chiarezza e carità. Sfortunatamente, la risposta del Papa ai suoi critici a volte è stata scostante e paternalistica”. E l’elenco potrebbe continuare.

In conclusione: “La confusione ha distolto tutti dal messaggio principale di AL, che era una riaffermazione positiva e potente dell’insegnamento cattolico su amore e matrimonio – un messaggio che la Chiesa e il mondo hanno disperatamente bisogno di ascoltare”. È appena il caso di ricordare che da mesi un gruppo di cardinali chiede chiarimenti sui dubia, i punti più confusi del documento. Ma non hanno mai ricevuto risposta diretta dal Papa.

 



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