Continuano a serpeggiare in Italia dubbi e timori sulle mire militari francesi che ci sarebbero nel progetto in fieri fra Stx-Fincantieri-Naval Group e che lambirebbe anche Leonardo, il gruppo attivo nell’aerospazio e nella difesa. Il principale timore sul versante militare del progetto – secondo un addetto ai lavori che chiede l’anonimato –“ è che nella parte francese il vaso di ferro sarebbe Thales che alla fine diventerebbe l’unico interlocutore per l’elettronica, a detrimento dell’ex Finmeccanica”. Ma vediamo ora fatti, scenari e commenti, partendo dal vertice odierno, mentre la stampa francese tifa per il piano di Emmanuel Macron.
L’APPUNTAMENTO A ROMA
Le perplessità solcano l’appuntamento in programma lunedì 12 settembre a Roma fra i ministri dell’Economia di Italia e Francia, Pier Carlo Padoan, e Bruno Le Maire, che provano a ricucire i rapporti dopo il ceffone dato al governo italiano con la decisione macroniana (prevista peraltro nell’intesa originaria) di nazionalizzare temporaneamente i cantieri navali di Saint-Nazaire per non far finire il controllo della società Stx nelle mani di Fincantieri. Si punta a trovare un compromesso prima del vertice di fine mese, in programma il 27 settembre, fra il presidente Macron e il premier Paolo Gentiloni. In quella data è previsto un vertice politico a Lione e da qui ad allora gli emissari delle due parti cercheranno la strada di un accordo che al momento ancora non c’è su assetto e governance societaria del gruppo in cantiere. “Sono stati fatti passi in avanti”, ha comunque twittato il ministro Padoan.
PINOTTI E MINISTRI
Tre giorni fa, alla festa dell’Unità a Genova, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti ha detto: “Se riuscissimo a costruire un grande player militare europeo, sarebbe importante dal punto di vista industriale e ci renderebbe capaci di competere nel mondo ad altissimo livello”. L’accordo, ha aggiunto, “va fatto e sono ottimista”. Le frasi della Pinotti confermano indirettamente le indiscrezioni di Formiche.net che la scorsa settimana ha scritto: “In ambienti parlamentari e governativi si sottolinea che il più contrario a uno scenario del genere è il dicastero dello Sviluppo retto da Carlo Calenda. Su una posizione diversa, più possibilista ovvero dialogante, è la Difesa guidata da Roberta Pinotti. Nel mezzo, il ministero dell’Economia: il titolare Piercarlo Padoan attende di concordare con Palazzo Chigi una posizione definitiva alla luce anche della proposta ultima della Francia”. Anche perché, come ha scritto Giovanni Contento della Uilm, la Francia punta alla maggioranza del gruppo anche sul versante militare.
LE MIRE DI PARIGI
In sostanza, Parigi vorrebbe proporre all’Italia un riassetto complessivo delle attività cantieristiche dei due Paesi che vedrebbe coinvolte Fincantieri, Stx France (controllata al 100% dallo Stato francese), Naval Group (controllata al 62% dallo Stato francese e al 35% da Thales, qui un approfondimento di Formiche.net sulla società francese). In questo modo il sito di Saint-Nazaire diventerebbe solo un asset di un progetto più grande, consentendo così ai due Paesi di bypassare lo scontro in atto sui cantieri, secondo alcuni addetti ai lavori.
IL PIANO MAGELLANO
Le attuali trattative riprendono di fatto – scrive Celestina Dominelli del Sole 24 Ore –“ il lavoro già fatto da Fincantieri e Naval Group con i due ceo, Giuseppe Bono, convinto sostenitore del consolidamento europeo dell’industria di settore, ed Hervé Guillou, che, fin dal 2015, hanno tentato la strada delle “nozze” mettendo a punto un progetto vero e proprio, noto come piano “Magellano”. Quest’ultimo – aggiunge il Sole – potrebbe dunque rappresentare l’asse portante del raggruppamento che finirebbe per includere anche l’oggetto della contesa, cioè Saint-Nazaire”. In sostanza, secondo il quotidiano economico-finanziario, “si andrebbe così verso un’integrazione per fasi progressive, partendo dal gruppo triestino e da Naval Group – ma il confronto è ancora apertissimo su quale sarà la modalità prescelta (scambio azionario, veicolo o altro)-, e poi innestando su questo Stx France nell’ambito di un perimetro d’azione allargato anche al militare. Dove, come noto, Fincantieri e l’ex Dcns già operano su alcuni programmi congiunti (i cacciatorpedinieri Orizzonte e le fregate Fremm)”.
I MALUMORI ITALIANI SU THALES
Dice un addetto ai lavori che preferisce l’anonimato a proposito dell’aspetto militare del piano in fieri tra Francia e Italia: “Il problema, dal lato di Leonardo, è che nella parte francese il vaso di ferro è Thales che alla fine diventerebbe l’unico interlocutore per l’elettronica. I francesi se non chiudono questo accordo rischiano di essere spiazzati via dal settore navale, soltanto per questo cercano di fare l’intesa. Mica fanno altrettanto su aerei ed elicotteri, dove sono sempre più in concorrenza con noi…”. Ecco perché il gruppo presieduto da Gianni De Gennaro e guidato dall’amministratore delegato, Alessandro Profumo, nicchierebbe sul progetto militare in fieri con la Francia.