Nessuno si faceva grandi illusioni. Certo, TPS aveva scritto il libro verde con tutti i migliori propositi ed un Dpef appena dignitoso. La finanziaria è un’altra cosa e TPS, lo sanno tutti, non è sensibile alla sua dirittura e coerenza e quindi fa finta di nulla. I provvedimenti approvati ieri dal Consiglio dei ministri non contengono malvagità particolari: è una manovra ‘leggera’ per fortuna. Il guaio è che il quadro macroeconomico è in pochi mesi peggiorato e il governo non ha presentato alcuna strategia per lo sviluppo. L’obiettivo era quello di mediare fra le diverse opinioni presenti nella frastagliata maggioranza. Prodi, bravissimo, c’è riuscito. Ha accontentato soprattutto la sinistra radicale e dato al coraggioso Rutelli il contentino Ici (che riteniamo un grave errore di politica economica, e ne parleremo ancora). Tutto bene, quindi. Per il governo ma non per il Paese. E a sostenere questa interpretazione oggi aiuta anche la penna dell’ottimo Massimo Giannini su Repubblica. La sua analisi, meglio della nostra, spiega i limiti di questa finanziaria. Accumuliamo un altro capitolo all’enciclopedia – assolutamente bipartisan – delle occasioni perdute.
Finanziaria, che delusione!
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