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Commissione d’inchiesta sul G8 di Genova: pericolo scampato

Quello che nel 2001 è successo a Genova, in occasione del vertice G8, resta una macchia nera sulle reputazione del nostro paese. L’Italia merita (accidenti se lo merita!) che su quegli eventi sia fatta piena chiarezza. Lo chiedono e lo meritano i manifestanti che sono finiti nel tritacarne degli scontri e delle violenze di piazza, lo meritano gli operatori delle Forze dell’ordine, lo meritano le istituzioni, prima fra tutte la Polizia italiana, che per gli errori di gestione, o per gli eccessi di pochi (televisivamente documentati ancor prima che ammessi da alcuni funzionari) ha rischiato una seria frattura nel rapporto con i cittadini italiani, che di poliziotti e carabinieri ancora si fidano. Per questo siamo felici che la commissione parlamentare d’inchiesta sia stata bocciata.Perchè non avrebbe reso un buon servizio alla verità. Sarebbe stata utilizzata come un “clava” politica. D’altra parte, a caldeggiarla erano partiti che hanno parlato dei fatti del 2001 in termini di “reparti parafascisti della polizia” o “sospensione dei diritti costituzionali”. Dimenticandosi (guardacaso!) del teppismo politico dei bravi ragazzi dei centri sociali, delle sinistre radicali e quant’altro. Una commisione parlamentare d’inchiesta, con l’attuale maggioranza, non sarebbe stata imparziale, sarebbe diventata una sorta di tribunale del popolo nel quale processare poliziotti e carabinieri. Magari riunendosi nella sala “Carlo Giuliani” della Camera dei Deputati.



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