Le primarie del Pd e le difficoltà del governo occupano da molte settimane le pagine dei giornali. C’è un’altra cronaca però che è lontana dai riflettori e non è meno rilevante. Veltroni non riuscirà a fare contemporaneamente il leader di partito e il sindaco della Capitale. Anche lui sta iniziando a metabolizzare questa incompatibilità di fondo. Così, cresce e si alimenta di ora in ora la tensione nel centrosinistra. Gasbarra, Gentiloni e Zingaretti si sentono già candidati. Bettini, guru veltroniano, non si espone. La lotta ai lunghi coltelli è già iniziata. Il punto è che dopo 15 anni di ulivismo (Rutelli prima e Veltroni poi), potrebbe essere arrivato il turno del centrodestra. Ma la Cdl che fa? Fini sembrava interessato, poi ha frenato. Baccini ha cantato con Califano, ma l’hanno applauditi in poche decine. Il Cav. sembra disinteressato al dossier. Gianni Letta, che pure sarebbe IL candidato giusto (per quasi tutto, in verità), preferisce Goldman Sachs (come dargli torto?) e comunque è in allerta per un possibile ritorno a Palazzo Chigi. Storace potrebbe avere qualche prurito. Alemanno ci ha già provato. Casini preferisce dedicarsi alla politica nazionale, e semmai a quella internazionale. Un rebus senza soluzione, per ora. Forse varrà la pena che FIni ci pensi ancora un po’ su: la sua candidatura sarebbe (con)vincente e sbloccherebbe il processo di aggregazione di Fi e An. Deve far presto però. W ha già girato la clessidra e il tempo scorre inesorabile.
Sotto la cenere cova il fuoco del Comune di Roma
Di