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Abbattere le moschee non ci rende più sicuri

Di am

Il tema immigrazione è sempre più caldo, da noi come in tutta Europa. Oggi il premier ha avuto un incontro con il primo ministro rumeno nell’ottica di una massima serenità e collaborazione tra i nostri paesi. Francamente, però, la gente sembra essere stanca di questi abbracci diplomatici quando poi le fermate della metro non sono sicure, né di sera né di giorno. Come se non bastasse, l’arresto dei 20 salafiti ieri in Emilia Romagna ha spinto i soliti estremisti a chiedere il congelamento di qualsiasi accordo che preveda la costruzione in Italia di nuove moschee. L’idea è che – visto che non riusciamo a controllare l’immigrazione clandestina e le cellule musulmane dove si annida il terrorismo – allora tanto vale impedire a tutti i musulmani in Italia di professare la loro fede. Discorsi medievali, a dir poco! Lo Stato deve garantire la sicurezza dei suoi cittadini. Il pacchetto sicurezza può essere migliorato ma va comunque applicato da subito. Gli immigrati non sono tutti clandestini né tutti delinquenti, ma quelli che delinquono e vivono nella clandestinità devono essere rispediti al mittente senza passare dal via. Sono affermazioni molto semplici, quasi ovvie. E’ inutile dividersi sulla costruzione di una moschea, quando le autorità non prendono decisioni nell’ottica della sicurezza generale. Non costruire luoghi di culto diversi dalle chiese cattoliche non renderà le nostre città più sicure. Rendiamocene conto!

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