La cina mette a segno un nuovo sorpasso, e strappa all’America il primato degli internauti, diventando il paese con la più vasta popolazione ditigale. Secondo i dati diffusi dal China Internet Network Information, il numero degli utenti del web cinesi ha raggiunto alla fine di febbraio quota 228 milioni. Gli internatuti statunitensi invece, secondo i dati Nielsen/NetRatings, alla fine del 2007 erano 216 milioni e la crescita media percentuale non potrà aumentare più di tanto, considerato che la penetrazione ha raggiunto il 71%.
Oltre alle scontate ed ovvie considerazioni su globalizzazione, mercati emergenti e numeri della popolazione cinese, questo dato pone con forza un dibattito non più rinviabile: quella della libertà e della censura in rete.
La più numerosa popolazione di internauti del pianeta, infatti, ha accesso ad informazioni attentamente vagliate, selezionate, censurate attraverso una vera e propria infrastruttura, chiamata “grande firewall cinese”, in grado di monitorare praticamente tutto il traffico dati della nazione.
E’ di qualche anno fa la resa di google alle pressioni del governo di Pechino affinché dalle utenze cinesi non fossero consultabili le pagine del world wide web dedicate al Tibet. Nella morsa della repressione è caduto negli ultimi mesi un altro colosso di intern, uno dei protagonisti indiscussi del web 2.0: Youtube.
I filmati ai quali riescono ad accedere i navigatori cinesi sono sottoposti a severissima censura, ed addirittura Pechino sta tentando di limitare ai propri cittadini l’accesso ai server di Youtube per scongiurare del tutto l’upload dei filmati.
Anche i blog cinesi sono vittime di una intransigente censura, che è arrivata a vietare piattaforme diffusissime nel resto del mondo come blogger o worldpress.
La questione etica è davanti agli occhi di tutti da anni, le reazioni invece, tardano ad arrivare.