Settarismo ad oltranza. Questa sembra essere la cultura radicata di un mondo che si presenta come profondamente “multiculturale” – secondo l’accezione di Amartya Sen, Nobel per l’Economia e professore di Harvard – o “mondializzato”, secondo l’accezione di tutti gli analisti possibili ed immaginabili. Eppure, quello che sembra un paradosso in termini (come fa ad essere settario un mondo multiculturale e quindi integrato?) è la nuda e cruda realtà. Alcuni esempi dalle cronache recenti: il discorso della senatrice teodem Paola Binetti, candidata con il Pd, che in un colpo solo parla di “supremazia eterosessuale” e dà del “negro” all’african american più famoso del momento, Barack Obama. La Binetti, che ha smentito il discorso fatto per Ecotv (rete televisiva vicina ai Verdi di Pecoraro Scanio), rappresenta proprio il settarismo ad oltranza. Questo creare costantemente il muro contro muro con l’altro, etichettato in quanto diverso da noi. Non il dialogo ma lo scontro, non la comprensione ma il giudizio (o il pregiudizio), non la compassione ma l’aggressione. E come lei si muovono tanti altri. Un tempo venivano definiti “perbenisti” da Pier Paolo Pasolini, ossia “coloro che provano un sottile piacere nello scandalizzarsi sempre e comunque”, oggi li identifichiamo con qualche termine americano, che fa tanto trendy, e quindi ecco spuntare i neo-con, i teo-dem, gli antiabortisti diventano i “pro Life”, gli abortisti sull’altro fronte i “pro Choice”, insomma, un guazzabuglio linguistico che nasconde sempre e solo lo stesso, drammatico atteggiamento: volontà di dividere e accendere le differenze invece di pensare ad accogliere ed integrare, sempre nel rispetto dei propri valori, ma con una considerazione anche di quelli altrui, che esistono e che hanno pari dignità con i nostri. In questo mondo settario, vengono lanciate uova ed oggetti contundenti a Giuliano Ferrara, perché è più facile “aggredire” piuttosto che ascoltare e al limite poi chiarire i motivi della propria leggittima opposizione. In questo mondo multiculturale e ipersettario, alcune mamme impediscono ai figli le lezioni di nuoto in una piscina comunale a Manchester, rea di affittare la sala ad un gruppo di gay nudisti per le loro nuotate in libertà una volta la settimana. Non si capisce bene se le mamme siano scandalizzate dal fatto che ci siano nuotatori che preferiscono muoversi senza slip e cuffietta o che questi nuotatori siano gay. Il punto è dirimente e bene ha fatto il sindaco di Manchester a dichiarare risolutamente che la piscina continuerà una volta la settimana ad ospitare i “naked gays”, anche perché sembra che questi paghino e anche bene, e il denaro, sia esso nudo o vestito – come insegnavano i latini – per certo non olet.
Ce ne è per tutti i gusti, ogni “setta” scende all’attacco per difendere la propria sopravvivenza (sì, ma rispetto a quale pericolo? Nelle democrazie liberali solitamente non si vive una condizione da Leviatano e tutti siamo protetti dal primo emendamento…libertà di pensiero e stampa); in America un gruppo di Cattolici ha acquistato un’intera pagina del Ny Times in occasione della prossima visita di Benedetto XVI, per denunciare l’ignominia delle violenze e delle molestie contro minori dei quali si sono macchiati molti preti delle chiese statunitensi. Altro scontro feroce, altro muro contro muro. Insomma, il mondo sembra camminare a testa in giù, un po’ come l’uomo Hegeliano secondo Marx. Una realtà capovolta e distorta, di cui le cronache sono infarcite. Eppure, basterebbe fare una chiacchierata con Amartya Sen per capire che sarà invece proprio l’integrazione a “salvare” i nostri eventuali valori in pericolo. Già, ma vallo a spiegare a Paola Binetti…forse anche il Nobel indiano mollerebbe la spugna!