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Un Papa umano

Accanto agli umili o ai potenti della Terra. In molti ricordano quelle sue ferme posizioni di fronte agli eventi tragici della storia dell’umanità. Fu il primo Papa che, davanti ad una folta folla di fedeli riuniti in una pittoresca valle antica, alzò la voce contro i mafiosi chiedendo loro di non togliere mai più il “dono prezioso” che “solo Dio” può regalare e di “convertirsi”.
Messaggi forti, quelli di Papa Wojtyla, come quando si recò in preghiera al muro del pianto. O quando chiese di non voltare le spalle al martoriato continente africano. O ancora quando si immerse nella povertà sposata da Madre Teresa di Calcutta.
“Ha avuto qualità soprannaturali” ha detto questa mattina Benedetto XVI in occasione della messa solenne di piazza San Pietro, continuando “tra le tante qualità umane e soprannaturali, aveva anche quella di un´eccezionale sensibilità spirituale e umanistica”.
A celebrare il quarto anniversario dalla morte del Pontefice polacco c’erano numerosi cardinali e vescovi. Ma, come accadeva anche quando era in vita, Giovanni Paolo II anche oggi è riuscito ad attirare migliaia di fedeli. Tornano alla mente quei momenti che sembrarono durare un’eternità quando Roma, alla notizia della sua morte, si fermò in silenzio. “La Basilica vaticana si trasformò per alcuni giorni nel cuore del mondo. La morte di Wojtyla è stata il sigillo di un´esistenza donata a Cristo, a Lui conformata anche fisicamente nei tratti della sofferenza e dell´abbandono fiducioso nella braccia del padre celeste. Lasciate che vada al Padre, furono le sue ultime parole, a compimento di una vita totalmente protesa a conoscere e contemplare il volto di Cristo”.
Oggi tutti, anche i non cristiani e i non cattolici, riconoscono l’evidente grandezza di un uomo, prima ancora che Papa, che ha saputo fare tanto nelle parole, nei gesti e nelle azioni. E, in una logica cattolica, non stupisce che sia prossima la beatificazione.


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