Il ministro Scajola: "Chi subirà il disturbo psicologico (perché solo di questo si tratta) di ospitare una centrale dovrà essere premiato". Una dichiarazione che susciterà diverse reazioni
Le dichiarazioni rilasciate dal Ministro Scajola su come intende affrontare la questione della localizzazione di una serie di nuove centrali nucleari sollevano l´interessante questione delle royalties e delle compensazioni che spesso accompagnano la localizzazione di un impianto. Scajola intende risolvere la questione nuove centrali anche facendo pagare meno l´elettricità a chi vive nei pressi di una centrale nucleare. Queste le sue parole:  “Chi subirà il disturbo psicologico (perché solo di questo si tratta) di ospitare una centrale dovrà essere premiato e non si tratta solo di premiare il Comune o la Provincia che certamente dovranno avere delle royalties, ma dobbiamo andare direttamente sui cittadini che dovranno pagare l´energia molto, molto, meno”.
Pur lodando le buone intenzioni del Ministro ci permettiamo di segnalare che le cose non sono così semplici. Se è giusto compensare quei territori che si fanno carico di esigenze della collettività, porre un eccessivo accento su compensazioni di carattere economico non è efficace. L´esperienza ci dice che informazione, partecipazione e concertazione possono aiutare a far comprendere meglio le tematiche da affrontare. Non ci sono infatti soluzioni preconfenzionate, ma se ci si pone nell´ottica di un gioco a somma positiva è possibile trovare punti di incontro che aumentino i vantaggi per tutti i soggetti coinvolti. Non tutti gli attori in campo sono però interessati alle stesse cose. Per questo porre l´attenzione solo sui benefici monetari non basta. Per risultare graditi, i pacchetti di soluzioni devono contenere un mix equilibrato di incentivi economici per il territorio e i cittadini, politiche per la tutela ambientale e garanzie sui comportamenti futuri delle parti in causa. Questi sono gli elementi che caratterizzano l´approccio Pimby che da tempo ci sforziamo di promuovere. Il Paese ha bisogno sì di decisioni, ma non ci sono decisioni senza un confronto trasparente, delle reali opportunità di partecipazione e una collettiva assunzione di responsabilità. 
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