Prima che inizi la conferenza stampa, sui divani bianchi del secondo piano di Palazzo Fendi, si fa salotto. Paola Severini con voce elegante accoglie i suoi ospiti. Carla Fendi gli ospiti della sua ospite. L’involontario gineceo (rotto da un’unica presenza maschile scherzosamente timorosa) si è raccolto per la presentazione del seminario che si terrà al Teatro Piccolo Eliseo il 19 maggio: La storia d’Italia vista con gli occhi delle donne, organizzato in occasione della seconda edizione del libro Le mogli della Repubblica dell’autrice romana, direttrice dell’Agenzia Superangeli 2.
Già in questa piacevole anticamera, volano i grandi nomi – da Jacqueline Kennedy a Nilde Iotti – per poi ricadere come tanti piccoli icari nei nostri problemi “rosa”, che di roseo hanno ben poco: dall’esiguità delle cariche parlamentari ricoperte da donne, all’inesperienza di molte, elette “per chiamata” e forse non tanto per merito.
Ai posteri l’ardua sentenza, diceva Manzoni… Forse ai veterani, invece, dovremmo lasciarla per una volta. O meglio alle veterane. A tutte quelle donne che, al fianco di uomini di primo piano, hanno visto prima cambiare l’Italia e poi probabilmente cristallizzarsi e rimanere anche troppo identica a se stessa. A quelle donne che, in alcune interviste raccolte dalla Severini per il suo libro, testimoniano nelle loro belle rughe, la forza determinante di cui questo Paese ha bisogno adesso più di ieri. Da loro le donne di quest’Italia di oggi dovrebbero prendere spunto per capire come si fa a camminare nelle sottili e determinanti trame della Storia. E magari riuscire, contemporaneamente, ad allungare il passo.