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Irish nightmare sull’Europa

L´1% della popolazione europea affossa il Trattato di Lisbona. Il referendum irlandese sul Trattato fa il bis con i risultati del 2001 sul trattato di Nizza e si accoda all´affermazione dei ´no´ di Francia e Olanda nel 2005. Oggi gli Irlandesi hanno rigettato l´adesione al Trattato, facendo sì che tutti gli altri 26 Stati membri debbano ripartire da zero. Già le trattative per il Presidente europeo erano in stato avanzato, e così quelle sul Ministro degli Esteri unico, con tanto di piano strategico per la sicurezza a cappello di tutta l´Unione. Ora – come ha laconicamente dichiarato Francois Fillon stanotte prevedendo il peggio – l´Europa si deve fermare di fronte ad un Trattato morto in quanto “ucciso” proprio da uno dei 27. Eppure i premier Europei non si danno per vinti e sostengono di voler proseguire sulla stessa linea, ratificando Lisbona ed eventualmente rinegoziando con L´Irlanda la sua adesione. Almeno a quanto si legge in un comunicato congiunto di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. E proprio il Presidente francese si ritrova una vera patata bollente per le mani alla vigilia del semestre, perchè proprio questa risposta dei “fieri ed indipendenti” irlandesi spariglia le carte in tavola e ammonisce i governanti europei, troppo spesso burocratizzati e molto distaccati dal sentire della gente comune. E´ dello stesso parere anche Ruth Lea, l´economista britannica che è stata per anni al fianco di Margaret Thatcher e che ha diretto il Centro di Studi Politici di Londra, e ora è a capo di un´associazione per promuovere una nuova Europa, la Global Vision: “Il risultato del referendum irlandese dà all´Europa la possibilità di una pausa di riflessione – ci dice Ruth Lea – soprattutto poichè la Repubblica di Irlanda è l´unico paese europeo che ha indetto un referendum. Dobbiamo inoltrare ricordare che sia i Francesi che gli Olandesi nel 2005 si espressero negativamente riguardo alla Costituzione, che praticamente è la stessa del Trattato di Lisbona. I risultati di questi referendu dimostrano quanto il progetto di un´Europa sempre più integrata sia fuori moda nell´immaginario collettivo della gente. E dimostrano anche quanto sia importante e vitale che i cittadini europei esprimano il proprio parere sul Trattato. E´ abbastanza chiaro che i politici dell´Unione devono prendersi una pausa e fare un doveroso bilancio del loro progetto di integrazione. E´ venuto il momento, dunque, di un´ennesima pausa di riflessione.
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