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La matematica Stregata

La matematica non è un´opinione, o forse sì. Da ieri sera qualcuno torna a chiederselo dopo la sorpresa venuta fuori dalla cinquina che concorrerà ad aggiudicarsi il Premio Strega 2008. Primo con 71 voti, Paolo Giordano da Torino. Giovanissimo dottorando in fisica e frequentatore della Scuola Holden di Baricco (un difetto bisogna pure trovarglielo!). Con il suo primo romanzo – La Solitudine dei Numeri Primi (ed. Mondadori), Giordano ha sbancato le classifiche dei libri più venduti in Italia, superando le 170.000 copie. Molto probabilmente perchè è l´esatto opposto di Baricco; poco incline all´autoesaltazione, affatto spocchioso, affatto egocentrico, Paolo Giordano è un timido ricercatore con la testa piena di numeri e formule matematiche, che è riuscito a far vibrare su carta affascinando schiere di lettori. Lo segue a poca distanza nella cinquina il navigato e bravo Ermanno Rea con ´Napoli Ferrovia´ (ed. Rizzoli), al quale andrebbe sicuramente il premio alla carriera se non fossimo a Roma bensì ad Hollywood. Terzo Diego De Silva con ´Non avevo capito niente´ (ed.Einaudi), seguito da Cristina Comencini con ´L´illusione del bene´ (ed. Feltrinelli) e Livia Ravera con ´La seduzione dell´inverno´ (ed. Nottetempo). Lo Strega di quest´anno si configura, dunque, come un premio generazionale oltre che meramente narrativo. La schiacciante popolarità del volto nuovo che incanta e la solidità del ´vecchio´ che rappresenta pur sempre una garanzia. Eppure lo Strega è il premio dato al miglior romanzo dell´anno, senza andare a guardare l´età dello scrittore o il suo curriculum. Italo Calvino e Pier Paolo Pasolini non se lo sono mai aggiudicato, la Mazzantini e Sandro Veronesi sì, e con pieno titolo e onore. La Solitudine dei Numeri Primi di Paolo Giordano è un libro acerbo, duro, intenso. Scritto in maniera asciutta, è una grande equazione sulla vita e la morte, la mancanza e la presenza, il vuoto e il pieno. Fa riavvicinare alla filosofia della matematica anche coloro che se ne sono sempre tenuti lontani, concependo l´universo dell´amore, della vita, dei rapporti con i genitori, come un gigantesco volume di espressioni algebriche, parentesi quadre, tonde, graffe, entro le quali l´individuo cerca disperatamente la sua nicchia e spera di non rimanervi mai da solo. Eppure ci sono dei numeri che sono caratterizzati proprio dalla solitudine. Sono quei numeri gemelli, che si cercano per non patire troppo gli ululati del vuoto esistenziale e che a volte si trovano, altre si perdono immediatamente, ma ´restano´ anche se distanti. Un libro fenomenale quello di Paolo Giordano, da Premio Strega, e questa – proprio come la matematica – non è un´opinione.
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