Se ancora esistevano dubbi sull´opportunità di una stretta sull´uso delle intercettazioni, la vagonata di gossip che l´Espresso pubblicherà domani fuga ogni perplessità. Il carteggio telefonico Saccà-Berlusconi, questa volta allargato a molte altre figure dell´arco costituzionale, da Fassino e Rutelli, non rivela nulla di scandaloso, nulla di particolarmente censurabile. Il vero scandalo, anzi, è nella mole di intercettazioni effettuata dagli organi giudiziari napoletani, con cui sono state passate al setaccio, senza alcun costrutto, le chiacchiere di mezzo parlamento e mezzo mondo dell´informazione, con dei costi stratosferici intollerabili in un sistema processuale perennemente in affanno, dove spesso i livelli minimi di giustizia vengono negati. Non c´è alibi che tenga, inutile appellarsi al diritto di cronaca, al diritto di indagare a fondo, al principio, opinabile, secondo cui la vita dei personaggi pubblici deve essere conosciuta da tutti. Sulle colonne dell´Espresso vengono riversate chiacchiere e pettegolezzi, sfoghi e delusioni che non hanno alcuna attinenza con la vita pubblica.Il parlamento a questo punto reagisca alla barbarie con i fatti e vari rapidamente la riforma sulle intercettazioni. Così ai magistrati napoletani non resterà che impiegare questi fondi alla ricerca di chi ammazza, in quel distretto, un centinaio di persone l´anno.
Renato d´Emmanuele